Aumenta la disoccupazione in Puglia: 305mila persone in cerca di lavoro.

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Cresce ancora la disoccupazione in Puglia. Secondo l’ultimo rapporto Istat sul mercato del lavoro, nel quarto trimestre 2016, nella nostra regione si è registrato un pesante tasso di disoccupazione

: 20.5%, in salita di 0.8 punti percentuali sull’anno 2015. Addirittura, il passivo è ancora più netto rispetto al precedente dato trimestrale: +2.5% sul terzo trimestre 2016 (era al 18%). Inoltre, aumenta anche il numero di persone in cerca attivamente di occupazione: +18 mila unità, passando dai 287 mila del 2015 ai 305 mila del quarto trimestre del 2016 (ancora più marcato il divario sul precedente trimestre del 2016: +38 mila).

Relativamente ai giovani, lo scenario in Puglia, seppur in lieve miglioramento (-1.7% sul 2015), continua a rappresentare fonte di preoccupazione: nel 2016, con un tasso di disoccupazione al 49.6%, purtroppo quasi cinque giovani su dieci sono senza lavoro. Enorme la differenza rispetto al 2008, anno di inizio della crisi, quando il tasso di disoccupazione giovanile era al 31.6%, dato di per sé allarmante.

“E’ triste, dopo quasi dieci anni di crisi economica, prendere atto ancora una volta di indici simili sulla disoccupazione – commenta Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari BAT -. Senza dimenticare l’esercito di ultracinquantenni in pesante disagio economico, fa specie la situazione dei giovani, con il realistico rischio di perdere, a livello occupazionale, due-tre generazioni. Per scongiurare il pericolo, l’imperativo da seguire deve essere quello di tornare ad investire in istruzione e ricerca con un naturale e più semplice collegamento scuola-lavoro. In un contesto simile – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – è determinante che lo Stato investa in infrastrutture e in vere politiche attive del lavoro. Infatti, a fronte di una situazione di emergenza occorre una risposta d’emergenza. Ma anche le istituzioni locali hanno la loro fetta di responsabilità. La Puglia è al vertice nelle classifiche per capacità di spesa dei fondi europei, ma in fondo alle stesse per qualità, statistica confermata dalla conclamata incapacità di produrre occupazione delle risorse investite. Anche il Reddito di Dignità promosso dalla Regione Puglia non può rappresentare la panacea di ogni male, ma è solo una mano tesa verso chi è più in difficoltà. Occorre un sforzo extra: proprio in tema di infrastrutture, la Puglia è all’anno zero, così come sulla questione sanitaria o sulle politiche attive del lavoro. Al di là di tutte le grandi e piccole vertenze in piedi, bisogna intervenire sulla piccola e media impresa, ovvero la stragrande maggioranza del tessuto economico e produttivo locale, senza dimenticare – chiosa Pugliese – la crisi che stanno vivendo i nostri atenei e le nostre università, sempre più penalizzate rispetto a quelle settentrionali, con una conseguente fuga di cervelli che rallenta non poco il processo di crescita e sviluppo del territorio”.