Attentato a San Marzano, arrestati due pregiudicati

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Pur di costringerlo a ritirare una querela avevano fatto esplodere un ordigno davanti all’abitazione del 69 enne che li accusava. E’ accaduto nella notte del
14 Settembre scorso a San Marzano di San Giuseppe nel tarantino. Su quell’atto intimidatorio i Carabinieri di Manduria hanno chiuso il cerchio delle indagini arrestando due pregiudicati del posto accusati, in concorso, di porto e detenzione di materiale esplodente e danneggiamento aggravato.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, dott. Giuseppe TOMMASINO, su richiesta del Sostituto Procuratore del Tribunale di Taranto dott. Lelio Fabio FESTA è stata eseguita dai Carabinieri del NOR di Manduria, in collaborazione con i militari della Stazione di San Marzano di San Giuseppe. In manette sono finiti Francesco
SOLOPERTO di 47 anni, già sorvegliato speciale, fratello di Sergio ed Angelo quest’ultimo indiscusso capo del clan SOLOPERTO; e Salvatore ANDRISANO, 42enne già detenuto presso la Casa Circondariale di Taranto, perché lo scorso 9 Ottobre fu colto in flagranza di reato per detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento da guerra e comune da sparo.
Le indagini dei Carabinieri furono avviate in seguito a quell’attentato intimidatorio messo in atto nella notte del 14 settembre 2014, quando all’una circa, ignoti malfattori collocarono e fecero esplodere un ordigno di medio potenziale davanti all’abitazione di un 69enne di San Marzano di San Giuseppe, anch’egli pregiudicato. La deflagrazione provocò lo scardinamento del portoncino di ingresso, il danneggiamento della struttura murale del porticato, la distruzione del mobilio esistente nella stanza più vicina alla porta d’ingresso, nonché danni ad alcune autovetture parcheggiate nelle vicinanze ed alle abitazioni adiacenti. Le indagini, grazie alla pronta collaborazione della vittima, si concentrarono subito sulla lite scaturita in seguito ad una denuncia querela per ingiurie, presentata, nei giorni precedenti l’attentato dalla vittima nei confronti di ANDRISANO che, adirato per l’affronto di essere stato denunciato, in un primo momento avrebbe aggredito il 69enne sammarzanese, provocandogli lesioni al volto ed al costato e poi, con l’aiuto di SOLOPERTO, allo scopo di farlo desistere dall’azione legale intrapresa nei propri confronti, lo aveva minacciato a più riprese di “farlo saltare in aria”. Tale inequivoca e grave minaccia si concretizzò con il collocamento e l’esplosione dell’ordigno artigianale di medio potenziale nei pressi della porta d’ingresso dell’abitazione della vittima che, solo per un caso fortuito, non causò danni alle persone tra i numerosi abitanti della zona che stavano rincasando, dopo aver trascorso il sabato sera fuori casa.
L’analisi del materiale repertato e sequestrato sul luogo dell’esplosione, a cura della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Taranto, la perquisizione effettuata successivamente in occasone dell’arresto di Andrisano il 9 Ottobre per detenzione di una pistola sprovvista di matricola e di munizionamento da guerra e comune da sparo, e le altre attività d’investigazione dirette ed indirette, fra cui intercettazioni telefoniche, hanno consentito di ricostruire un quadro chiaro circa le responsabilità penali dei due, in qualità di mandanti ed istigatori del disegno criminoso.
Entrambi dovranno rispondere, inoltre, di violenza privata e di minaccia aggravata, mentre ANDRISANO anche di lesioni e violazione di domicilio perché riuscì ad introdursi nell’abitazione della vittima contro la sua volontà aggredendola con pugni al volto ed al costato e procurandole lesioni guaribili in 25 gg..
Gli inquirenti, in 3 mesi di indagini, sono riusciti ad acquisire – come letteralmente dice il GIP nel suo dispositivo – “dei riscontri investigativi la cui valenza non può non far condividere la ricorrenza di gravi indizi di colpevolezza” in capo agli indagati.
SOLOPERTO pertanto è stato associato presso la Casa Circondariale di Taranto, ove ANDRISANO, era già ristretto