Arrestati due agenti della Polizia Provinciale: più indulgenti in cambio di soldi

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I Carabinieri del NOR della Compagnia di Manduria (Ta) hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di due Sovrintendenti in forza alla Polizia Provinciale di Taranto per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità e per truffa aggravata. Altri due agenti dello stesso Corpo di Polizia sono indagati.
Gli arresti rientrano nell’ambito dell’operazione “Easy Money” . I due, la cui identità non è stata diffusa, sono residenti nella provincia jonica ed hanno 41 e 44 anni.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP del Tribunale di Taranto, dott.ssa Patrizia Todisco, in seguito ad un’articolata indagine diretta dalla Procura jonica nella persona del Sostituto Procuratore, dott. Maurizio CARBONE, che ha coordinato i militari dell’Arma messapica.
L’indagine è scattata nel mese di agosto 2013 quando si è scoperto il sistema adottato dai due che, componenti di una pattuglia della Polizia Provinciale di Taranto, durante un controllo alla circolazione stradale, eseguito sulla S.P. 123, a pochi chilometri dal comune di Pulsano (Ta), avevano “chiuso un’occhio” in cambio di una banconota da €. 50,00, occultata all’interno della carta di circolazione, omettendo di multare il conducente di un autocarro sprovvisto della patente tipo “C” necessaria per guidarlo. Ma quell’episodio era il “modus operandi” di un sistema consolidato e collaudato come gli inquirenti hanno scoperto tenendo sotto osservazione i due che agivano in uniforme e a bordo dell’autovettura della Polizia Provinciale.
Da quanto emerso nel corso delle indagini, gli arrestati, abusando della qualità e dei poteri di appartenenti alla Polizia Provinciale, durante i controlli alla circolazione stradale o verifiche in materia di edilizia, avrebbero indotto gli utenti sottoposti a controllo (automobilisti ma anche piccoli imprenditori), in cambio dell’omessa rilevazione di violazioni al Codice della Strada, a consegnare o promettere loro denaro o beni tra cui carne, pesce, frutti di mare, frutta ed olio, a seconda di quanto era nella materiale disponibilità dei malcapitati.
Durante un controllo ad un cantiere edile in agro di Martina Franca, dove erano in corso lavori di ristrutturazione di un immobile in assenza di licenza edilizia, i due avrebbero indotto il proprietario, nonché titolare di un ristorante, a organizzare “gratuitamente” presso la propria sala ricevimenti il pranzo per il festeggiamento del battesimo della figlia di uno di loro in cambio della mancata contestazione dell’abuso edilizio. In un’altra circostanza, i due pubblici ufficiali avrebbero addirittura indotto il proprietario di un immobile a promettere loro la somma di €. 1.000,00, suddivisa in due buste, per omettere di redigere il verbale di contestazione per abuso edilizio. Inoltre, durante una verifica presso una pescheria del litorale jonico, con la minaccia di un’ispezione con esiti sfavorevoli, avrebbero indotto il proprietario a consegnare un ingente quantitativo di pesce fresco.
I due, in qualche caso, cercavano di fare attenzione verificando, per non essere scoperti, l’eventuale presenza di telecamere. Ma in altri casi, invece, non si sarebbero preoccupati neanche della presenza di pattuglie di altre Forze di Polizia nelle vicinanze del luogo in cui avveniva la “scambio illecito”. In un caso, infine, hanno “ammonito” una delle loro vittime che si sarebbe vantata in giro dei loro “favori”.
I due Sovraintendenti sono accusati, in concorso, anche di truffa aggravata in danno della Provincia di Taranto: per aver abbandonato il proprio posto di lavoro senza alcuna giustificazione, mediante artifizi e raggiri consistiti nell’avere falsamente siglato il foglio di presenza con l’indicazione dell’orario di uscita ed entrata, semplicemente per farsi un giro su una barca a vela.
I “furbetti del cartellino” avrebbero falsamente attestato, su apposito registro, la reciproca presenza in ufficio non rispondente al vero anche quando si allontanavano dal proprio posto di lavoro durante il normale orario di servizio, senza giustificato motivo, per dedicarsi ad attività personali o di puro svago. Sono ora ristretti presso le proprie abitazioni

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