Antiriciclaggio. Esaminate oltre 85 mila operazioni sospette.

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Sono 85.581 le operazioni sospette passate al setaccio nel 2014 dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria, il reparto delle Fiamme Gialle che, per legge, riceve le segnalazioni dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia e, attraverso un team di analisti, effettua un primo sostanziale approfondimento, mettendo in campo l’approccio investigativo e gli strumenti tipici di forza di polizia economico-finanziaria (esame dei precedenti penali, fiscali e di polizia per ciascun soggetto segnalato,
ricostruzione del profilo patrimoniale, esistenza di cointeressenze societarie, valorizzazione
delle informazioni di intelligence, ecc…).

Per condurre in maniera efficace questa delicata fase – al termine della quale vengono selezionate le segnalazioni da approfondire “sul
campo” – il Nucleo Speciale ha sviluppato un software di analisi operativa denominato SIVA2 (Sistema d’Intelligence Valutario), basato su un’architettura datawarehouse e potenziato con innovative capacità di intelligenza artificiale.
Gli specialisti del Valutario, dopo aver suddiviso per fasce di rischio le “sospette”, interessano per il successivo sviluppo operativo i reparti territoriali del Corpo, cui vengono delegati i poteri di polizia valutaria. Una parte delle segnalazioni classificate “a rischio”, che concernono potenziali fenomeni di criminalità finanziaria, bancaria, riciclaggio, usura e reati
di market abuse, vengono sviluppate direttamente anche dagli investigatori del Valutario che operano all’interno dei Gruppi di Roma, Milano, Palermo e Reggio Calabria.

Nel 2014, a fronte delle oltre 85 mila segnalazioni analizzate, per un totale espresso in euro che supera i 150 miliardi, sono stati avviati 28.352 casi di approfondimento investigativo.
Come sempre, l’apporto di segnalazioni più consistente è stato fornito dalle banche (80,72%), seguite dagli intermediari finanziari (12,95%). Con 3.538 segnalazioni, la categoria dei professionisti ha raddoppiato la propria quota percentuale rispetto allo scorso anno, passando dal 2,04% al 4,66%.
Tra le causali più frequenti all’origine del sospetto si segnalano: utilizzo del contante (19,36%), operatività posta in essere da soggetti indagati (8,22%), reiterazione di operatività sospetta già segnalata (7,90%), utilizzo anomalo di carte prepagate (5,65%) e
utilizzo di conti personali e non d’impresa (3,55%).