Al “Follemente Festival” di Teramo il corto “Giuseppe” del Centro Diurno psichiatrico di Sava

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Si dice che fosse in grado di volare e avesse continue visioni, si dice anche che fosse un folle: la storia di San Giuseppe da Copertino ha ispirato un cortometraggio realizzato in ogni sua componente dagli utenti del centro diurno psichiatrico Phoenix di Sava gestito dalla cooperativa Nuova Luce. Questo cortometraggio è il frutto di un lavoro di un anno nel corso di un laboratorio riabilitativo con il regista Mirko Dilorenzo e lo psicoterapeuta dott. Nicola Simeone e tutta l’equipe del centro, utilizzando la tecnica della scrittura creativa di gruppo che ha raccolto e valutato, di volta in volta, le varie proposte. Si chiama “Gruppo Terapeutico Emozionale” ed è una delle tante attività riabilitative svolto presso il centro diurno, coordinato da Sandra Di Cursi, che lavora in sinergia con il Centro di Salute Mentale di Manduria del Direttore Nunzio Bucci.
L’obiettivo è quello di alfabetizzare dal punto di vista delle emozioni pazienti con gravi patologie psichiatriche. Attraverso la scoperta di diverse modalità relazionali e di come manifestare i propri stati emotivi è stato creato un piccolo manuale condiviso su come essere coerenti tra come ci si sente e come ci si relaziona. Il passaggio successivo è stato quello di creare delle piccole scene di vita quotidiana, cercando di rendere di chiara lettura emozioni quali gioia paura interesse preoccupazione.
I pazienti del centro spontaneamente hanno iniziato ad arricchire queste semplici trame con altri elementi caratterizzanti trasformando gli esercizi in vere e proprie sessioni di teatro di improvvisazione.
I vestiti di scena sono stati disegnati e cuciti con scampoli comprati al mercato, i cappelli e gli altri oggetti di scena sono stati creati con la cartapesta o con tavole di legno recuperati dai pallet. Tutti gli utenti hanno partecipato alle riprese, come tecnici audio, addetti alle luci e ricoprendo come protagonisti ogni ruolo o funzione con la discreta presenza degli educatori che hanno avuto funzione di aiutarli ad esprimere competenze già presenti in loro.
Un lavoro significativo è stato svolto dal punto di vista psicologico, infatti distinguere falso e reale, riconoscersi nel filmato, saper decontestualizzare parole e comportamenti ed assumere un atteggiamento “altro” rispetto al solito dettato da abitudine e patologia sono stati la sfida più grande.
“Oltre” la macchina da ripresa, oltre questo specchio è stato possibile sperimentarsi, poter vivere infinite possibilità esistenziali.
Chi ha vissuto una vita inerme ha potuto avere voce, chi vive nell’ansia ha potuto coraggiosamente affrontare il buio dell’obiettivo fidandosi e affidandosi.
La grandiosità del progetto, finanziato dalla Asl di Taranto,  si riassume nel concetto, non è il solito film con pazienti psichiatrici guidati passivamente nell’eseguire un compito scolastico.
È un progetto che nasce da persone che vivono nella loro dimensione particolare, unica e personale, se pur piena di solitudine e sofferenza. È un progetto che propone uno sguardo inconsueto e che rompe ogni logica cui siamo abituati, regalandoci un momento di libertà mentale nella quale riscoprirci facendoci guidare, da chi, solitamente ignoriamo.

Il cortometraggio ora sarà finalmente presentato in anteprima a Teramo, dal 19 al 21 Settembre 2019, al “Follemente Festival” rassegna del Cinema nazionale basato sulla psichiatria, malattia che nonostante gli sforzi di tutti coloro che ci lavorano viene sempre giudicata, piuttosto che compresa ed aiutata dalla società, così come avviene per le malattie fisiche.
Questa iniziativa mira anche ad informare e sensibilizzare le famiglie che in casa hanno parenti con tali disturbi, a non ghettizzarli, ma a dargli una possibilità attraverso il servizio nazionale, nel caso di Taranto, il Dipartimento di salute mentale Coordinato dalla dott. Maria Nacci che aiuta tutti coloro che ne hanno bisogno affidandoli a tante strutture h24 o diurne come la comunità alloggio Phoenix che impegnano e riabilitano l’utente.