Agricoltura. Coldiretti: Sterzata “azzera burocrazia” della Regione Puglia

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“La burocrazia fa perdere fino a 100 giorni di lavoro all’anno che vengono sottratti all’attività degli agricoltori in un difficile momento di crisi” E’

la denuncia del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele che rimarca, inoltre, come la Regione Puglia, con l’ultimo Bilancio di previsione, abbia voluto dare una sterzata ‘azzera burocrazia’, superando i cronici ritardi della Pubblica Amministrazione nella gestione di taluni servizi. Si tratta ad esempio dell’agevolazione fiscale per gli oli minerali (UMA) impiegati nei lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella silvicoltura, piscicoltura e nella florovivaistica, grazie al quale è facoltà dei soggetti che esercitano l’attività agricola, agromeccanica e di servizi a terzi la presentazione dell’istanza anche per il tramite dei Centri di assistenza agricola (CAA). Quindi, grazie all’articolo 43 della Finanziaria regionale gli agricoltori non aspetteranno più anche fino a 30 giorni per avere un libretto UMA, ma la pratica si esaurirà in poche ore. Le imprese agricole pugliesi hanno espresso chiare aspettative per il futuro, con il 62% percento che ha chiesto con forza proprio la semplificazione amministrativa che continuerà anche su altri fronti, grazie all’impegno della Regione Puglia di dare corso ai provvedimenti ‘azzera burocrazia’ approvati con delibera di giunta regionale n. 243 nel lontano 18 febbraio del 2013”.

Positivo il capitolo della Finanziaria regionale destinato allo smaltimento delle carcasse, conformemente alle norme igienico – sanitarie, per cui – dice Coldiretti Puglia – andrà scritta una legge ad hoc, su cui sono stati già raccolti consensi bipartisan.

“Aver finanziato la norma sul Km0 senza che sia ancora approdata in Consiglio regionale per l’approvazione della massima assise – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – è un chiaro segnale di quanto la Regione sia sensibile, concretamente e in maniera unanime, al delicato tema della sana alimentazione e risponda con grande responsabilità all’83 per cento dei genitori pugliesi, convinto che le mense pubbliche debbano offrire cibi più sani anche per educare le nuove generazioni alla sana e corretta alimentazione e tutelare la salute dei bambini. L’effetto nefasto di una cattiva alimentazione non è solo l’obesità perché il 35% dei tumori, secondo i dati della Lilt, si sviluppa a seguito di una alimentazione scorretta. Ciò dimostra l’importanza prioritaria di formare una vera e propria cultura della ‘buona e sana tavola’, educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per vivere meglio e più a lungo. I prodotti tradizionali e tipici rispondono all’esigenza di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e salvaguardia della storia e del patrimonio di tradizioni del territorio”.

Il provvedimento ha disciplinato la complessità di azioni previste che intendono incentivare nuove forme di scambio – spiega Coldiretti Puglia – capaci di veicolare e promuovere le filiere corte limitando il numero degli intermediari, a partire da opportunità di incontro e da strumenti di cooperazione basati sul rapporto diretto tra chi produce e chi consuma e ha introdotto, inoltre, le modalità di concessione del marchio di filiera denominato «chilometro zero». Un segno distintivo ed una garanzia certificata che rappresentano un riconoscimento formale – conclude Coldiretti Puglia – della provenienza e della qualità dei prodotti da utilizzare sia sugli articoli alimentari che sui menù degli esercizi di ristorazione e nelle mense pubbliche.