Ilva. Quattro avvisi di garanzia per illecita gestione di rifiuti pericolosi

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Quattro informazioni di garanzia sono state notificate dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, nei confronti dei direttori pro-tempore dello stabilimento siderurgico di Taranto
nonché di ILVA S.p.A. in A.S., già ILVA S.p.A..
I provvedimenti giungono a conclusione delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto (sotto la direzione del P.M. dr. Lanfranco Marazia), in merito a reati ambientali legati all’illecita gestione di una “discarica di rifiuti speciali, pericolosi ed ecotossici”, solidi e liquidi, rinvenuti in un’area interna all’opificio di circa 2.000 metri quadrati.

Le indagini sono state avviate in seguito al sequestro di cinque vasche di raccolta di liquidi e solidi provenienti dall’impianto di laminazione dell’acciaio denominato SLABBING1 – BRA1, dismesso negli anni 1983 – 1984, contenenti circa 2.000 metri cubi di rifiuti oleosi oltre a 33 bulks da 1.000 litri cadauno contenenti rifiuti liquidi oleosi e 30 sacconi in materiale sintetico contenenti rifiuti solidi dichiarati come “scarti della rottamazione” di tubazioni di gas coke, rimosse nello stesso stabilimento.


I reati contestati sono quelli di:
gestione di discarica non autorizzata, stoccaggio non autorizzato e abbandono continuato di rifiuti speciali pericolosi;
violazione della disciplina sul trattamento delle acque meteoriche di dilavamento;
miscelazione clandestina di rifiuti;
omessa bonifica delle aree in sequestro (reato introdotto con la legge n. 68/2015) contestato all’attuale direttore di stabilimento.

Per il reato di gestione non autorizzata di una discarica di rifiuti speciali, pericolosi ecotossici, è ravvisabile la responsabilità amministrativa di ILVA Spa in A.S., in aggiunta alla responsabilità penale dei direttore pro-tempore dello stabilimento siderurgico di Taranto, le cui condotte illecite hanno comunque prodotto vantaggi alla stessa società.

Nonostante che da circa 4 mesi ILVA Spa in A.S. abbia richiesto ed ottenuto autorizzazione ad eseguire la bonifica dell’area in sequestro, al momento la stessa non è stata ancora avviata.