Truffa di finanziamenti europei: sequestrati beni ad azienda farmaceutica

Condividi

Sottoposti a sequestro conservativo dalla Procura
Regionale della Corte dei Conti di Bari beni per oltre 3
milioni e 600 mila euro.

Si tratta di beni immobili e conti correnti bancari appartenenti ad una società produttrice di radiofarmaci ed al suo legale rappresentante coinvolti in un’inchiesta penale avviata dalla Procura della Repubblica di Lecce che, nel dicembre dello scorso anno, aveva portato alla denuncia di 4 tra soci e manager dell’azienda indagata e di un dirigente comunale, per il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico, abuso d’ufficio, nonché al sequestro preventivo di immobili impianti e macchinari utilizzati per la produzione dei medicinali.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di P.T. di
Lecce, hanno interessato i finanziamenti erogati dalla Regione Puglia nell’ambito del Progetto Integrato Territoriale denominato “PIT 9” per la produzione di un
medicinale destinato ad essere utilizzato come liquido di contrasto per gli esami radiologici (PET) di sospette malattie tumorali.
Ne sono emerse una serie di irregolarità nella richiesta e gestione dei fondi utilizzati per la realizzazione dello stabilimento che risultava privo delle autorizzazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, dei pareri dell’ASL e del locale Comando dei Vigili del Fuoco necessari per il
rilascio del permesso a costruire.
Inoltre, dovendo procedere all’aumento del capitale sociale come richiesto dal bando quale forma di cofinanziamento per la realizzazione del progetto, il management della società, al fine di eludere fraudolentemente tale adempimento, aveva proceduto dapprima al versamento delle quote richieste, pari a 3,3 milioni di euro e, successivamente, si era riappropriato delle somme versate utilizzandole per la sottoscrizione di una caparra confirmatoria afferente la stipula di un fittizio contratto di appalto con due imprese aventi la stessa compagine societaria di quella
appaltante.
La Procura contabile, diretta dal Procuratore regionale Francesco Paolo Romanelli che ha delegato l’istruttoria al vice Procuratore Carlo Picuno, ha rilevato nelle condotte accertate una fattispecie di illecito arricchimento frutto del comportamento doloso posto in essere dall’amministratore della società, con la conseguenza di un danno erariale certo, effettivo ed attuale, ed ha richiesto ed ottenuto dalla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Puglia, l’emissione del provvedimento di sequestro conservativo a tutela del credito erariale, a carico dell’immobile sede dello stabilimento per la produzione del farmaco, l’abitazione dell’amministratore ed i saldi
presenti su 7 rapporti bancari a questi riconducibili.