Grano dall’estero: sit-in dei ceralicoltori pugliesi nel Porto di Bari

Condividi

Cerealicoltori di Puglia e Basilicata nel Porto di Bari sulla Goletta Gialla di Coldiretti Puglia per salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero

, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta “Made in Italy”, con il “granaio Italia” che rischia di scomparire.
In 6 mesi (luglio 2015 – gennaio 2016) sono state scaricate al Porto di Bari 891mila tonnellate di grano che hanno causato la conseguente drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25,8 euro al quintale. Il grano è arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Liberia, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra.
“Vanno affrontate una volta per tutte – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente il livello di prezzo corrisposto alla produzione, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo. Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane chiediamo controlli capillari e più frequenti per garantire sicurezza e igiene degli alimenti”.
L’attività borsistica delle Camere di Commercio (Milano, Bologna, Roma e Foggia), se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti.
“Quello che ulteriormente sconcerta è il fatto che al consumo non siano state mai apportate riduzioni di prezzi di pane e pasta – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima.
Per Coldiretti occorre dunque definire un progetto innovativo, di filiera, governato direttamente dal produttore, attraverso le aggregazioni di prodotto (Cap-Coop), per ridurre progressivamente la dipendenza dall’estero, qualificare pane e pasta italiani con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del grano e per cercare di contenere la volatilità dei prezzi. Ciò consentirà inoltre di rimodulare l’attività di stoccaggio e gestione delle produzioni conferite dai nostri soci in una sorta di diversificazione dell’offerta cercando di orientare i mercati. In quest’ottica sarà proprio la filiera cerealicola tutta italiana e soprattutto pugliese a garantire una linea di pasta esclusiva ‘Made in Italy’.

goletta gialla