25 aprile: riflessioni di “Città Più” di Manduria

Condividi

“Noi sopravvissuti abbiamo ‘dovuto’ ricordare, per la memoria degli uomini, cose, luoghi e momenti che avremmo preferito dimenticare. Ma soprattutto, abbiamo ‘voluto’ testimoniare a noi stessi, il miracolo della vita, nata dalle macerie della morte!”.

Così la nostra concittadina Elisa Springer chiudeva il suo libro di memorie ‘Il silenzio dei vivi’ in cui narrava la sua testimonianza di cosa fosse stato l’odio razziale teorizzato dalle dittature nazifasciste. Malgrado tutte le sofferenze subite, Elisa Springer chiudeva i suoi ricordi con un messaggio di speranza per le nuove generazioni. Una speranza che doveva essere alimentata nel fuoco vivo della memoria, capace di purificarci dalle tentazioni anche striscianti di nuovi riverberi omofobi e disumanizzanti.

Il 25 aprile è un giorno della speranza. Tutto il popolo italiano è chiamato a ricordare con cuore unanime la fine di una tragedia immane e il principio di una nuova età di rinascita, da cui nacquero la Repubblica, la Costituzione, la vita democratica del Paese.

E’ un giorno che appartiene a tutti, nessun partito, nessuna fazione politica, nessun uomo o donna della nazione né è escluso. E’ la festa di tutti. E’ la festa di chi ha lottato per la libertà della nazione e ha potuto vedere la rinascita dell’Uomo negli anni a seguire; è la festa di chi guarda al futuro sapendo di poter contare su uno Stato che definisce i suoi orizzonti socio-politici ed economici sulla premessa di valori inviolabili ed imperituri di libertà e rispetto della persona, a qualunque orizzonte territoriale e culturale egli appartenga.

Il 25 aprile è la festa del domani , non la semplice rievocazione di un evento passato, lasciato nel chiuso delle pagine di un libro di storia. E’ una festa viva che batte nel cuore di ogni italiano che ha a cuore la storia di tanti uomini e donne che lottarono con le armi e con la loro determinazione contro le banalità del male.

In questo periodo così difficile, vediamo la nostra Nazione affrontare un nuovo nemico, invisibile ma egualmente terribile, che ha tolto la vita a 25969 persone, dati di ieri 24 aprile. Sono soprattutto anziani, ovvero quei custodi della memoria storica del nostro Paese, di cui le nuove generazioni hanno bisogno per costruire con una sana prospettiva l’orizzonte del proprio domani. Sono voci di una coscienza netta che si spengono.

In prima linea ci sono oggi tanti uomini e donne che con encomiabile dedizione lavorano per consentire al Paese di sopravvivere ad una simile minaccia: dottori, infermieri, operatori sanitari ma anche insegnanti, commercianti, forze dell’ordine, aziende che nel rispetto delle regole di tutela individuale contribuiscono con la medesima passione allo spirito di resistenza.

Sta a noi cittadini lottare con senso civico contro questo male, con determinazione e coraggio, nel rispetto delle leggi dello Stato, riservandoci, quando tutto sarà finito, la memoria di una nuova Liberazione, testimone di un popolo fiero del proprio passato, geloso del proprio futuro.

prof. Vito Andrea Mariggiò

(Presidente del Movimento politico culturale Città Più)