Taranto: sciopero di otto ore per turno alla Cementir

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Uno sciopero di otto ore per turno. E’ la prima dura risposta che il sindacato Filca Cisl ha concordato con i 108 lavoratori impegnati nei tre turni di lavoro alla Cementir all’indomani delle dichiarazioni che prefigurano un possibile disimpegno produttivo della Cementir dal territorio ionico.
” Ancora una volta il sindacato delle costruzioni è in prima linea – afferma il segretario generale Vito Lincesso – per scongiurare scenari di desertificazione industriale che renderebbero Taranto più povera, la situazione occupazionale più critica ed ancor più penalizzata la sua storica vocazione produttiva che è anche industriale. Come Filca Cisl stigmatizziamo l’atteggiamento discutibile del management aziendale di volersi sottrarre al confronto concertativo, a tutto campo, coinvolgendo anche le Istituzioni a tutti i livelli, puntando alla riconferma dell’orientamento più volte manifestato di voler procedere al revamping dello stabilimento ionico.”
Il segretario della Filca Cisl non crede siano reali le motivazioni sinora addotte, come la persistente crisi nel settore delle costruzioni e l’insufficienza della disponibilità della loppa resa disponibile dalle lavorazioni in Ilva, pari oggi a 350 mila tonnellate/anno a fronte di 1 milione di tonnellate/anno occorrenti nel caso di revamping e che lo stabilimento siderurgico potrebbe diminuire la produzione di acciaio in conseguenza dell’A.i.a. La motivazione reale per un possibile disimpegno, secondo Lincesso, è legata più che altro all’attuale struttura produttiva da tempo obsoleta che necessita non di interventi parziali ma totali. “L’A.i.a. alla Cementir costerebbe 10 milioni, se l’Azienda decidesse di intervenire sull’attuale stabilimento ma quel che è certo – dice ancora l’esponente sindacale – è che l’esito finale cozzerebbe totalmente con la decisione di procedere al revamping, rendendo del tutto inutile l’intervento e decisamente sprecate le risorse.” Lincesso esprime pertanto perplessità sulle ragioni vere per cui la Cementir non intenda fare di tutti questi argomenti occasione di confronto concertativo, atteso anche che la possibile chiusura dell’area a caldo dello stabilimento dimezzerebbe del 50 per cento l’attuale forza lavoro. E’ per questo che è stato proclamato lo sciopero dunque : “non vogliamo – conclude Lincesso – che lo storico stabilimento Cementir di Taranto riduca le sue funzioni a quelle di un semplice magazzino”.

Vito Lincesso