Smascherata banda di truffatori

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Smascherata a Taranto una banda dedita alle truffe.
Nella giornata di ieri gli Agenti della Squadra Mobile al termine di rapide indagini, hanno denunciato in stato di libertà per tentata truffa in associazione tra loro 4 uomini.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, la banda di truffatori era capeggiata da G.M. 39enne tarantino, elemento di spicco della criminalità jonica. Il pregiudicato dedito principalmente alle truffe e condannato in appello a 23 anni di reclusione nel processo “SCARFACE”, godendo del regime degli arresti domiciliari concesso per motivi di salute, continuava imperterrito nelle sue attività truffaldine.
Quest’ultimo, spalleggiato da altre tre uomini, tra cui un sorvegliato speciale anch’egli condannato nello stesso processo “SCARFACE”, aveva tentato di acquistare fraudolentemente un appartamento messo in vendita da un privato cittadino su un sito di vendite online.
Il proprietario dell’appartamento si era inizialmente insospettito dalla rapidità con la quale il presunto acquirente, spacciatosi per un poliziotto, lo aveva contattato telefonicamente chiedendo di concludere in brevissimo tempo la vendita dell’immobile.
L’uomo ha dunque parlato dei suoi dubbi con la Polizia che ha deciso di appostarsi nella zona intorno all’appartamento che di lì a poco sarebbe stato visitato dal presunto acquirente.
E’ stato allora che gli investigatori hanno notato la presenza nelle vicinanze di un’ autovettura con a bordo 3 uomini, uno dei quali immediatamente conosciuto per uno dei componenti del sodalizio criminale condannato nel processo ”SCARFACE”.
Insospettiti, gli agenti hanno deciso di intervenire identificando i tre uomini e recuperando alcuni documenti d’identità falsi.
Le successive indagini, permettevano di risalire al capo della banda di malviventi, che nonostante fosse ristretto agli arresti domiciliari era di fatto l’organizzatore delle truffe. Infatti nel corso di una perquisizione in casa sua, i poliziotti hanno trovato, nascosti in un cassetto della cucina, tre telefoni cellulari, uno dei quali risultava essere quello con il quale il 39enne aveva contattato telefonicamente il proprietario dell’appartamento.
Ulteriori indagini hanno permesso di accertare che l’organizzazione criminale aveva già aperto alcuni conti correnti bancari presso una filiale tarantina di un istituto di credito ed aveva richiesto un finanziamento ad un’agenzia di credito di 25.000 euro, il tutto sempre producendo falsi documenti d’identità.