Qualità dell’aria a Taranto: Ronchi, dati PeaceLink non attendibili. PeaceLink, Ronchi sottovaluta rischi.

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Botta e risposta tra il Sub Commissario Ilva Edo Ronchi e PeaceLink sulla qualità dell’aria di Taranto.
Criticando le dichiarazioni di Ronchi, secondo cui si sarebbero stati registrati dei miglioramenti, nelle scorse settimane l’associazione ambientalista, aveva sostenuto invece che “la concentrazione media degli IPA misurata negli ultimi due mesi (novembre e dicembre 2013) risulta superiore rispetto alla concentrazione media nel quartiere Tamburi nel periodo maggio 2009-maggio 2010.
Di ieri la replica del Sub Commissario Ilva il quale ha evidenziato che “i dati di PeaceLink, rilevati con un apparecchio privato senza adeguate garanzie tecniche e metodologiche, non sono né attendibili, né confrontabili con quelli dell’Arpa”.
“Queste misurazioni – ha affermato Ronchi – sono state effettuate con un analizzatore comprato dal Rotary Club di Taranto e affidato a PeaceLink. Se ciascuno di noi pretendesse di farsi le proprie misurazioni ambientali, comprandosi un proprio apparecchio, si produrrebbe un solo risultato: la fine dell’affidabilità tecnica e normativa dei controlli ambientali, per i quali sono impiegate apparecchiature omologate per tali controlli, installate, tarate e gestite da tecnici competenti, appartenenti ad un organo pubblico, terzo e indipendente”.
“La comparazione tra le concentrazioni misurate dall’ ARPA Puglia in un anno (maggio 2009 – maggio 2010) con quelle misurate in due mesi invernali (novembre-dicembre 2013) – ha aggiunto il Sub Commissario Ilva – non è proponibile per una famiglia di inquinanti prodotti dalla combustione e la cui presenza dipende significativamente dalle condizioni meteorologiche stagionali. Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), citati dalle misurazioni fatte da PeaceLink, infine, sono una famiglia di composti – molto numerosa ed eterogenea per proprietà chimico fisiche e tossicologiche – prodotti dalla combustione incompleta di idrocarburi, carbone, legno ed altre biomasse. Tra le migliaia di IPA esistenti, solo circa 50 sono stati valutati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) per la loro cancerogenicità e/o mutagenicità, alcune unità sono state indicate come probabili o possibili cancerogeni per l’uomo e solo uno (Benzo(a)Pirene- B(a)P) è stato classificato per la sua certa cancerogenicità sull’uomo. Gli IPA totali non sono altro che la somma di specifici congeneri ritenuti di interesse per quel settore: le emissioni in aria da installazioni industriali sono regolate per 14 congeneri. I dati forniti da PeaceLink, riferiti a una miscela di IPA sconosciuti, non ha alcuna rilevanza”.
“La qualità dell’aria a Taranto e nel quartiere Tamburi è a norma e migliorata – ha ribadito Edo Ronchi – dato anche il continuo decremento del B(a)P che è al di sotto del limite di 1ng/m3 previsto per legge. Tale osservazione è, peraltro, ben fotografata da ISPRA che nel suo rapporto sulle aree urbane del 2013, evidenzia che il quartiere Tamburi di Taranto sia ormai fuori dal 25% delle aree urbane italiane dove la concentrazione in aria di B(a)P ancora eccedeva il limite di 1 ng/m3.

Oggi la risposta di PeaceLink. Secondo il presidente Alessandro Marescotti “nel suo comunicato , il subcommissario Edo Ronchi cade in diverse contraddizioni e incorre in una complessiva sottovalutazione dei rischi”.
Peacelink evidenzia che il modello di analizzatore “è lo stesso in dotazione all’Arpa e alla struttura di monitoraggio dell’aria dell’Ilva” prescritto con l’Autorizzazione integrata ambientale. Quindi “sarebbe alquanto azzardato affermare che esso fornisce dati inattendibili se è nelle mani dei cittadini mentre fornirebbe dati attendibili se è nelle mani delle istituzioni o di un’industria”. Poi Marescotti sottolinea che “l’affidabilità dei dati raccolti da PeaceLink risiede anche nel fatto che i valori rilevati da Arpa con lo stesso strumento risultano, in posizione più vicina all’Ilva, sostanzialmente doppi rispetto a quelli forniti da PeaceLink.

Quello che sorprende, secondo Peacelink è la mancata diminuzione della concentrazione di Ipa. “Ci si attendeva un crollo verticale degli Ipa nel 2013 rispetto al 2009-2010 che però non è stato registrato né da noi né da Arpa” – afferma Marescotti aggiungendo – “Pertanto i ragionamenti di Ronchi non reggono, in quanto dovrebbe anche dichiarare non attendibili le rilevazioni di Arpa” che ha ottenuto “dati ancora più preoccupanti”. “Ronchi, – prosegue Marescotti – invece di criticare i nostri dati, dovrebbe invece spiegare quanto sono invece attendibili i dati degli Ipa rilevati nella cokeria Ilva che risultano inferiori a quelli del quartiere Tamburi”.
Secondo Peacelink “va verificata la situazione sanitaria prima di dire che Taranto è nella norma. Se l’aria a Taranto fosse salubre, come sostiene Ronchi, – afferma Marescotti – non è chiaro perché Ilva dovrebbe applicare l’Aia che dovrebbe servire appunto a raggiungere tale obiettivo. La crisi dell’affidabilità non sta nel fatto che i cittadini prendano l’iniziativa e facciano coscienziosamente le proprie misurazioni ambientali. La fine dell’affidabilità – conclude il presidente di PeaceLink – sta invece in una classe politica che non si fida dei cittadini quando cominciano a controllare anche loro”.
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