Operazione antidroga “Best One”: arrestate otto persone

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Si sono concluse questa mattina con l’operazione “Best One” le indagini che, avviate nel gennaio 2016, hanno fatto luce su una

consolidata attività di spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni della provincia jonica di San Giorgio Jonico, Monteparano, Roccaforzata e Fragagnano.

Sono 12 i provvedimenti cautelari (2 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora nel comune di residenza) eseguiti alle prime ore di questa mattina, dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di Martina Franca, coadiuvati nella fase esecutiva da militari del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e di personale del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno.

In seguito all’arresto per evasione di M.A., 26enne di Monteparano, che il 23.01.2016, fu sorpreso senza autorizzazione fuori dalla propria abitazione nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Martina Franca effettuarono nei suoi confronti delle accurate perquisizioni che portarono al rinvenimento di 2,3 kg. complessivi di hashish e marijuana, oltre che di una ingente somma di denaro contante, verosimile provento dell’attività illecita.

Successive indagini consentirono ai militari di fare luce sul contesto criminoso nel quale il giovane era inserito, ossia un ambiente nel quale l’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti era concepito come regolare attività lavorativa con cui reperire le risorse economiche necessarie al sostentamento famigliare ed alla conduzione di un tenore di vita di elevato livello.

L'”occupazione” del 26enne, ben precedente al suo arresto, non si era interrotta neppure con la carcerazione continuando a dare disposizioni alle persone a lui vicine su come condurre lo spaccio.

Il giovane aveva, infatti, il disperato bisogno di recuperare importanti somme di denaro necessarie a saldare i debiti, per circa 19 mila euro, da lui contratti per l’acquisto di stupefacenti da fornitori del quartiere “Paolo VI” di Taranto, come dimostra anche un “pizzino” rinvenuto nella sua abitazione.

Incaricata di reperire i fondi necessari a coprire il debito verso i fornitori e provvedere al fabbisogno familiare era T.F., la compagna del 26enne, che faceva pressione sui debitori affinché saldassero le somme dovute. In questo la donna era aiutata da M.S., giovanissimo fratello del 26enne, perfettamente inserito nel giro di spaccio.

Il ruolo di primo piano assunto da T.F., tuttavia, non riscuoteva consensi nel resto del nucleo famigliare che, in armonia con alcune usanze e consuetudini della società criminale, sosteneva che le donne dovessero restare fuori dalla gestione delle attività criminose.
Una disapprovazione rafforzata dalla minacce giunte alla 26enne, e rivolte indirettamente alla figlia piccola, qualora non avesse saldato per tempo i propri debiti.

Tuttavia il 26enne non si avvaleva di persone appartenenti solo alla sua sfera famigliare. Un ruolo importante nella gestione dei traffici illeciti risultavano avere anche T.C., 21enne di San Giorgio Jonico e M.M., 28enne di Fragagnano.
Il primo, chiamato con l’appellativo di “Aldo”, era anche lui coinvolto nelle operazioni di recupero dei crediti e in quelle di spaccio: nel novembre 2016, i militari della Compagnia di Martina Franca lo sorpresero nei pressi di una pizzeria di San Giorgio Jonico in possesso di 1,5 grammi di marijuana.
Il secondo era stretto collaboratore del 26enne, al quale però, non era piaciuto l’atteggiamento adottato quando,durante il periodo della detenzione, si è quasi sostituito, scavalcandola, alla compagna, nella riscossione dei crediti derivanti dalle precedenti cessioni di droga. M.M., inoltre, gestiva comunque una sua autonoma attività di spaccio: nel maggio 2016 fu sorpreso dai Carabinieri in possesso di una modica quantità di hashish destinata alla cessione a terzi.

Quando, il 23 aprile 2016, il 26enne venne scarcerato e posto ai domiciliari, riprese attivamente le redini dell’attività illecite di famiglia, tornando ad occuparsi di recuperare i crediti, chiarendo determinate situazioni a lui non gradite durante la detenzione e approvvigionandosi subito di altro stupefacente da immettere sulla piazza.

Il 26enne ed i suoi fidati si preoccuparono dunque di reperire 1 kg. di hashish, di qualità “Best One” (da cui il nome dato all’operazione), da destinare a M.A., 24enne di Fragagnano.
La fornitura venne curata da R.V. e M.V. (marito e moglie rispettivamente di 27 e 24 anni, di Monteparano) che il 21 maggio 2016 cedettero la sostanza in parola al fratello più giovane, il quale ne nascose metà, suddivisa in vari pezzi, in una zona di campagna di Monteparano (poi recuperata e sequestrata dai militari nelle ore successive).

I gravi indizi raccolti, la perduranza delle attività illecite, nonché il ricorso ad un linguaggio esplicito e quasi mai criptico per definire lo stupefacente, hanno indotto il G.i.p. del Tribunale di Taranto, dott. Giuseppe TOMMASINO, ad emettere su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica presso il medesimo Tribunale, dr.ssa Giorgia VILLA le 12 ordinanze eseguite oggi nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione a fini di cessione a terzi di sostanze stupefacenti.

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Le persone associate alla Casa Circondariale di Taranto:

M.A., 26enne di Monteparano (Ta);
R.V., 27enne di Monteparano (Ta);

Sottoposti agli arresti domiciliari:

M.S., 20enne di Monteparano (Ta);
T.F., 22enne di Roccaforzata (Ta);
M.V., 24enne di Monteparano (Ta);
M.A., 24enne di Fragagnano (Ta);
T.C., 21enne di San Giorgio Jonico (Ta);
M.M., 28enne di Fragagnano (Ta).

Ad essi devono aggiungersi le 4 persone sottoposte alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.