Manduria: Sul Depuratore…anche con i Commissari non tengono presente la volontà popolare

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Dopo anni di manifestazioni e proteste la vicenda del depuratore consortile Manduria – Sava resta una spina nel fianco dei manduriani e degli abitanti dell’urmo Belsito nel territorio di Avetrana. A tenere alta l’attenzione è ancora una volta il Comitato per la Tutela del Territorio di Avetrana – Associato a Italia Nostra di cui fa parte anche l’ex consigliere comunale Arcangelo Durante, unico componente di Manduria. Il Comitato in attesa di conoscere l’esito del ricorso al Tribunale Amministrativo non può che commentare le dichiarazioni dei Commissari nelle interviste ma anche nell’ultima conferenza di servizi che si è tenuta a Bari, rilevando come ci sia continuità tra le posizioni della vecchia amministrazione e gli Attuali Commissari che non tengono conto della volontà popolare.
Questa la nota integrale del Comitato:
“Ben 3 Commissari si sono espressi all’unisono per riconfermare il progetto del depuratore a Urmo voluto dall’Amministrazione di Manduria, dalla Regione Puglia e dall’AQP: si sperava che questi signori dovessero operare la normale amministrazione e non occuparsi anche di quel maledetto sito. Non c’era e non c’è alcuna minaccia di sanzioni da parte della Comunità Europea: da “censori” non vi è venuto alcun dubbio sui costi totali e vedere altre possibili soluzioni anche più economiche?
Pensare solo al proprio orticello è sbagliato soprattutto perché la conferma di quella posizione danneggia il vicino e anzi distrugge quel poco di economia che può venire da un turismo anche se risicato; è scellerata questa soluzione quando si ha la possibilità di utilizzare altri e ampi spazi lontani da Urmo.
La comunità di Avetrana ha solo questa possibilità economica, non ha sbocchi sul mare. Quanti danni hanno fatto i confini provinciali con le sperequazioni tra paesi che hanno parecchi chilometri di costa ma che spesso non sanno come gestire ed altri paesi con nemmeno un metro di spiaggia. E’ deplorevole e ingiustificabile la difesa ad oltranza dello status quo. Eppure molti abitanti dei paesi vicini con il pagamento delle tasse (specie IMU per la seconda casa) contribuiscono a rimpinguare le casse del comune di Manduria ricevendo in cambio che cosa? NULLA! Non è pensabile che alla fine del 2018 Specchiarica e Torre Colimena non hanno ancora l’acqua potabile! Si dovrebbe lottare per questo, fare anche una politica per rivendicare i riaggiustamenti del territorio e creare consorzi per la gestione locale.
“A cosa servono 3 Commissari se poi tutto resta come prima? Forse ne era sufficiente uno solo. Ci saremmo aspettati una dialettica interna al triunvirato, una qualche richiesta di dibattito con i referenti politici e non del posto per mantenere la pace sociale, invece…. si è optato, come al solito, per la formula più comoda e così si è tirato in ballo la parola magica: “emergenza sanitaria”. Ma se, a loro parere, la situazione è tale non è più facile ristrutturare l’attuale depuratore con minor spesa e con tempi molto più esigui? Questo modo di fare politica alla gente di strada non è comprensibile. Il depuratore non è un’opera strategica ma solo un modo di trattamento dei reflui con metodi moderni e sempre con un occhio all’economia reale, non deve consumare altro territorio e soprattutto deve salvaguardare l’ambiente.
Come si giustificano i 3 Commissari che sembrano ben allineati con AQP? Sono arrivati perché sembrava che fosse esplosivo il tessuto socio – amministrativo manduriano. Ma era proprio così? O forse non c’è stata sovrastima della forza del male? Molti errori ci sono stati nella politica del Sindaco Massafra, in verità non atti contrari alla legge, ma solo una certa sensibilità a richieste di alcuni possidenti per la loro presunta vicinanza al sito alternativo dei Serpenti.
Stravagante e stupefacente poi la politica del Sindaco di Sava Iaia che, pur di allontanare dal suo paese la lavorazione dei propri reflui – magari a Urmo che dista 18 km -, cerca in tutti i modi di ottenere il risultato con querele e denunce. E’ mai possibile che in più di 30 anni non si è riusciti a mettere in funzione il proprio depuratore esistente sulla strada per Francavilla continuando ad avere su questo territorio quasi ottomila pozzi neri che devono pur essere ripuliti? E chi paga per questa situazione?
Queste due realtà dell’entroterra, Manduria e Sava, attualmente interessate alla nuova depurazione possono singolarmente, o insieme, vedere di trovare provvedimenti al proprio sistema di depurazione attivando tutte quelle progettualità che hanno ed utilizzando siti e strutture esistenti per le quali, specie a Sava, ci sono le basi per un progetto finale di buon livello. La denuncia alla Regione è un vero e proprio autogol: come si giustifica l’intervento delle IENE, il non ritrovamento del faldone del vecchio depuratore con la non risposta di accesso agli atti? Voler escludere Avetrana dalla discussione del progetto Urmo Specchiarica appare come una politica miope e insensata. La progettualità di un’opera altamente impattante sul territorio coinvolge tutte le comunità dei paesi gravitazionali e la Regione.
In definitiva il costruendo depuratore consortile Sava – Manduria a Urmo, concepito da menti apparentemente lungimiranti, rappresenta una grossa opera, molto costosa, che potrebbe stimolare nefasti appetiti senza risolvere il vero problema che invece va impostato con il pieno rispetto delle volontà popolari, dell’ambiente e dell’economia. Noi non vogliamo vergognarci con i nostri figli.”