Manduria: il consiglio approva la scarico a mare? Ecco la delibera

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Un consiglio comunale lungo, noioso e che ha approvato una delibera che non produrrà alcun effetto per contrastare la realizzazione dello scarico a mare. A Manduria si continua a tenere la linea soft e i consiglieri comunali che dovrebbero rappresentare la volontà popolare, di fatto, sono proni all’AQP e alla Regione Puglia che imporranno al territorio un progetto  vecchio ed obsoleto e soprattutto con una condotta sottomarina che andrà a violentare il mar Jonio. Non ci vuole la palla di cristallo per fare certe previsioni, basta leggere i documenti.  Chiedere che non si inizi proprio dalla realizzazione della condotta sottomarina con l’apertura del cantiere il prossimo 15 settembre significa, infatti, solo rimandare la questione che continuerà a pendere sul territorio come una ghigliottina. La delibera approvata nel consiglio comunale di ieri contiene in sette punti l’ordine di esecuzione dei lavori. Si fa una ricostruzione della vicenda riferendo della protesta contro lo scarico a mare, ma non si ribadisce come consiglio la contrarietà alla realizzazione della condotta sottomarina. Si richiedono interventi mirati a mitigare il ricorso allo scarico a mare dei reflui tra riuso in agricoltura e realizzazione di trincee drenanti, in base al progetto Delli Santi-Muscogiuri, commissionato nel 2011 dall’Amministrazione Comunale ed eventualmente integrato con le proposte giunte nel frattempo. Nulla di nuovo dunque. Anni di battaglie contro lo scarico a mare buttati a … “mare”.  Hanno suscitato l’apprezzamento del pubblico presente le due proposte del gruppo politico “Noi Centro” che chiedeva di aggiungere al corpo del deliberato due emendamenti. Il primo riguardava le dimissioni, in gruppo,  dell’intero consiglio comunale di Manduria qualora la condotta sottomarina si realizzasse nonostante le opposizioni dei partiti e delle popolazioni.  L’altro emendamento proponeva di chiedere ufficialmente alla Regione Puglia, pur di non fare la condotta rispettando  le  istanze della popolazione locale,  di farsi carico del pagamento della “penale” eventualmente richiesta dalla ditta vincitrice dell’appalto per la modifica del progetto.

Le proposte, ritenute particolarmente incisive dal punto di visto politico, hanno fatto discutere non poco suscitando il malumore tra i consiglieri e gli applausi del pubblico. Avevano un duplice scopo: quello di  verificare quanto i consiglieri concretamente tengono a questo territorio e quanti sono disposti a “perdere la poltrona” pur di difendere il nostro mare;  l’altro di natura prettamente politica: un provvedimento di questo tipo, unico nel suo genere in tutta Italia, avrebbe avuto una valenza davvero rilevante facendo parlare della “questione” a livello nazionale. E comunque, inserire nella delibera e far sapere alla Regione Puglia che l’ennesimo rigetto delle proposte alternative allo scarico a mare avrebbe provocato un simile polverone, avrebbe avuto, di certo,  il suo effetto.

Ma le due proposte sono state bocciate in quanto hanno ottenuto i voti solo del Gruppo di “Noi Centro”, 3 su 21 a dimostrazione che i consiglieri, evidentemente, tengono a rimanere ben saldi al proprio posto.

Da notare che  si è giunti in consiglio in ritardo, rispetto ai tempi del regolamento che prevede solo un’ora di tolleranza.

Il motivo? si stava preparando la delibera da proporre nella seduta. Non si è tenuto infatti alcun pre – consiglio  rispetto a questo argomento che i cittadini ritengono di fondamentale importanza per la difesa del mare e la prospettiva di uno sviluppo turistico. In compenso  la sera prima si è tenuta una riunione per stabilire una candidatura unitaria, maggioranza e opposizione, da sostenere al prossimo consiglio provinciale. A Manduria, le larghe intese piacciono, anzi, si continua a lavorare perché non ci sia più opposizione e c’è chi si vende per un piatto di lenticchie.

La delibera:

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