La tartaruga era stretta da una lenza da pesca, un pescatore l’ha salvata

Condividi

Nell’ambito dell’attività di pesca autorizzata nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, un pescatore ha recuperato una Caretta caretta in serie difficoltà. Provvidenziale per l’esemplare di tartaruga è stato l’intervento di Felice Caccetta che mentre rientrava al porticciolo di Torre Santa Sabina, base dei pescatori locali, ha notato qualcosa in mare. Un oggetto non meglio identificato che galleggiava nei pressi degli scogli di Apani, in piena AMP a poche centinaia di metri dalla Torre Aragonese.
Felice si è avvicinato per capire di cosa si trattasse ed ha avuto l’amara sorpresa. Era una tartaruga marina completamente avvolto da lenza. Attrezzo del tipo palamito, che si caratterizza per una serie di lenze dotate di ami alle estremità, genere il cui utilizzo è vietato in Riserva.
La tartaruga era impossibilitata a muoversi in acqua, rischiava di affogare, ancora qualche tempo trascorso in quelle condizioni ed avrebbe perso la vita.
Felice non ha perso un attimo, ha immediatamente preso la Caretta caretta ed ha provato a liberarla dalla stretta mortale continuando a tenerla in mare. Non ci è riuscito. Troppa lenza, troppo stretta da eliminare nel modo opportuno.
Allora il pescatore ha caricato la tartaruga in barca e solo a questo punto è riuscito a liberarla.
A questo punto è scattata la richiesta di intervento agli operatori del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e la Caretta caretta è stata trasportata presso il centro recupero della Riserva, il “Luigi Cantoro” sottoposta a stretta osservazione ed assicurata alle cure dei veterinari.
Si tratta di un maschio e, fortunatamente, non ha lesioni evidenti. Ora avrà tutto il tempo necessario per riprendersi completamente e ritrovare la forma fisica ideale per tornare in mare. Una storia a lieto fine che ci ricorda, però, quanto sia diventata ormai fondamentale per la tutela del nostro mare e dei suoi abitanti la stretta collaborazione tra il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ed i pescatori locali autorizzati, le prime sentinelle delle nostre acque.