La “NUOVA DESTRA” si può fare, dando spazio ai giovani – intervista a Dario Iaia

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In tutta l’Italia, è uno tra i pochi sindaci di Fli, l’Avv.Dario Iaia, primo cittadino del comune di Sava. Un intervento apprezzato il suo, durante la convention della destra, che si è tenuta a Lecce durante lo scorso fine settimana.
D.- Dunque, l’incontro leccese è stato utile a chi è cresciuto, come lei, nei valori di destra?
R.- Abbiamo respirato un’aria nuova, ma nello stesso tempo antica. Ci siamo ritrovati a discutere sul futuro della destra e sulla sua stessa esistenza. Senza dubbio, gli spazi politici ci sono e sono anche ampi. Ma per evitare di impegnarsi per dar vita ad una nuova sigla che si vada a sommare a quelle che già ci sono, e sono tante, occorre un confronto chiaro e schietto tra chi ha vissuto le ultime stagioni della politica nostrana e chi intende impegnarsi oggi.
D.- Che tipo di confronto?
R.- Un confronto che metta da parte gli inutili orgogli e rivendicazioni e che faccia partire tutti dallo stesso piano. È necessario che la meritocrazia, anche in politica, e nella destra soprattutto, torni a far avvertire il suo peso. Chi ha qual cosa da dire, chi vale , anche e non solo elettoralmente, chi ha idee, deve avere la possibilità di andare avanti ed essere protagonista di questo nuovo progetto. Chi ha l’unico merito di essere ” un signor si’ ” deve rimanere al palo. Questo perché il nostro paese non può più mettersi di avere incapaci che occupano posti di responsabilità, solo e soltanto perché raccomandati da qualcuno.
D.- Di cosa ha bisogno oggi la destra italiana?
R.- La politica ha un bisogno vitale dei giovani che abbiano idee e passione.
D.- Se vogliamo rifondare una forza di destra moderata e moderna che sia affascinante, che faccia rivivere antiche emozioni, ma che abbia un programma innovativo ed al passo con i tempi, i giovani devono essere in prima linea e devono essere gli attori principali di questo nuovo partito.
R.- Una rottamazione anche a destra dunque?
D.- Questo non vuol dire che la vecchia classe dirigente debba essere esclusa o messa da parte, tutt’altro, ma chi ha vissuto le esperienze del passato deve capire che ogni generazione vive il suo tempo e che la loro azione dovrebbe essere mirata a mettere a disposizione di chi viene dopo , la propria esperienza, il proprio bagaglio culturale, i propri errori per poter così, tutti insieme, avanzare una proposta politica diversa, pensata ed affascinante.
R.- Come sarà possibile unire la varie anime della destra?
D.- E’ necessario che tutte le forze politiche che compongono l’area della destra, Fratelli d’Italia, Futuro e Libertà, la Destra e quella parte del PDL che non intende far parte di Forza Italia, in primis, mettano da parte i propri egoismi e particolarismi e si impegnino per fondare, tutti insieme, una grande forza di centro destra, quale era Alleanza Nazionale. Le percentuali da prefisso telefonico non servono a nessuno.
R.- E se questo non avvenisse?
D.- Se non sarà così. Se il percorso che si sta avviando interessa solo perché concepito come scialuppa di salvataggio dei naufraghi della seconda repubblica, allora non si raggiungerà alcun risultato positivo, perché la gente non ci seguirà.
R.- Appunto, parliamo dei simpatizzanti. I numeri sono, al momento, scarsi. O sbaglio?
D.- Non è detto perché, se sapremo recuperare lo spirito antico che ci ha fatto combattere battaglie anche quando sapevamo che erano perse, ma lo facevano perché erano giuste, se lotteremo per i nostri ideali e non per vincere a tutti i costi, se sapremo compiere un grande sforzo di elaborazione culturale, attualizzando i valori tradizionali della destra, con la legalità in primo piano con quelli della modernità, se sapremo parlare un linguaggio schietto e diretto alle persone, dicendo con semplicità ciò che vogliamo fare, le difficoltà che ci sono, i nostri valori, allora la gente, la nostra gente ci darà fiducia e nessun ostacolo sarà insormontabile.
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