Ecco la “lepre di mare” il misterioso mollusco volante

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Spesso siamo abituati a parlare di delfini, tartarughe Caretta Caretta. La cronaca si sofferma, in particolare, sul ritrovamento di questi esemplari in difficoltà o quando sono liberati dopo periodi nei centri di riabilitazione. Raramente ci soffermiamo a guardare la bellezza e la grande varietà di esemplari che vive nei nostri mari. In questo articolo ci soffermiamo, grazie alle foto fornite da Mimmo Carrieri grande appassionato di mare e ambiente, su un mollusco che si vede raramente e che predilige zone ricche di vegetazione come il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. Una coppia di “Lepre di mare” è stata rinvenuta l’altra mattina da un gruppo di turisti in vacanza a Torre Ovo.
Solitamente di colore nero, può anche avere tinte di colorazione che vanno dal bianco al rosso. La lepre di mare possiede una conchiglia trasparente, fragilissima. Solitamente vivono attaccate tra le rocce dove brucano il fondale (alla ricerca di alghe verdi e fanerogame) appallottolandosi per non farsi predare. Una volta esaurito il cibo si spostano spiegando le “ali”, due pinnette che agitandosi in maniera composta fanno sembrare come se il mollusco volasse in acqua. La lepre di mare può raggiungere i 30 cm di lunghezza.

In alcune zone del Mediterraneo, nell’antichità, le lepri di mare erano considerate tossiche e mortali. Era addirittura diffusa la diceria che chiunque la toccasse avrebbe perso peli e capelli (da cui il nome della specie Aplysia depilans). Per difendersi dai predatori questi molluschi mettono in azione la propria arma segreta: si tratta di una secrezione vischiosa costituita dall’inchiostro viola e da una sostanza chiamata opalino. Pare che questa sostanza attacchi le antenne dei predatori delle lepri di mare disattivando i loro sensori chimici dando ai molluschi il tempo di scappare.
E’ bello sapere qualcosa in più di questi esemplari i cui avvistamenti non sono così frequenti…un modo per sensibilizzare al rispetto del mare e dell’ambiente e continuare a sperare che, in fondo, se c’è vita vuol dire che il nostro mare è ancora incontaminato.