Ilva: Danno da 27 milioni di dollari se i prodotti non saranno spediti

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TARANTO – Se i prodotti sequestrati non saranno spediti entro il 5 maggio prossimo, l’Ilva avrà automaticamente un danno economico di circa 27 milioni di dollari, che sarebbero chiesti quale risarcimento allo Stato italiano. E’ quanto scritto dai legali  dell’Ilva nella terza istanza presentata  alla Procura per la restituzione dei prodotti finiti,  sotto sequestro dal 26 novembre scorso .

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 In merito solo pochi giorni fa,  il gip Patrizia Todisco prima e il Tribunale dell’Appello poi hanno dichiarato l’inammissibilità della richiesta ritenendo entrambi che senza atti ufficiali della Consulta non sia  possibile riattivare il giudizio. Della sentenza con cui i giudici della Consulta, il 9 aprile scorso, hanno ritenuto i ricorsi dei magistrati tarantini inammissibili o infondati, stabilendo così che la legge 231 del 2012 è costituzionale, se ne ha notizia solo attraverso un comunicato stampa.

Perché i magistrati possano riattivare il procedimento è,  invece,  necessario che gli atti tornino nel palazzo di giustizia di Taranto:  solo allora i magistrati potranno decidere sulla richiesta di dissequestro.

Una situazione che non piace all’Ilva che rischia di non poter far fronte al contratto firmato con  la società irachena Oil Projects Company (Scop) che prevede per l’acquirente la possibilità di risoluzione se le merci non saranno spedite entro il 5 maggio.