Ilva. Accordo di programma per superare il ricorso al Tar”

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Per superare il conflitto sorto sul decreto del presidente del Consiglio sul nuovo piano ambientale Ilva

, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ritiene che “con un protocollo d’intesa, o un accordo di programma, il Governo ha imboccato la strada giusta”. Per il sindaco, “la recente offerta del ministro di un protocollo di intesa all’interno del quale trovare una soluzione concreta e definitiva per tutti i punti all’ordine del giorno del Tavolo istituzionale per l’Ilva di Taranto, non solo supera la nostra perplessità circa i soli annunci ricevuti sinora, ma potrebbe consegnarci quel minimo carico di garanzie che rivendichiamo per i nostri cittadini”.

Escludendo “il ritiro del ricorso (al decreto, impugnato al Tar di Lecce sia dal Comune di Taranto che dalla Regione Puglia, ndr) prima di aver predisposto garanzie formali”, il Sindaco Melucci chiede “già prima della fine dell’anno, un nuovo incontro a Roma per sciogliere gli ultimi nodi”.
“Se si fanno le cose per bene , come si farebbero in qualunque luogo d’Europa – insiste il sindaco di Taranto – si chiude in breve volgere di tempo una positiva trattativa”. Speriamo che a quest’ennesima, responsabile apertura da parte del Comune di Taranto, nessun altro esponente del Governo voglia ritornare con la richiesta del ricorso sic et simpliciter perché è una questione intollerabile per l’intera comunità locale”.

Sulle ultime novità che riguardano il travagliato percorso della vertenza ILVA interviene il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso.
“Le garanzie ambientali che potranno giungere dal protocollo o dall’accordo di programma per Taranto, da considerare in aggiunta al DPCM, non sono solo uno strumento di ulteriore tutela per gli interessi della collettività – dice Peluso – ma stabiliscono finalmente un cambio di passo rispetto alle questioni che riguardano lo schema stesso del negoziato dove sindacati e datori di lavoro si confrontano avendo però sempre dalla parte dei lavoratori le istituzioni che devono svolgere ruolo di mediazione. Se l’ipotesi dell’accordo di programma dovesse concretizzarsi finalmente torneremmo al tavolo con un nuovo assetto che non farebbe di Arcelor Mittal il punto di riferimento”.

Peluso parla della trattativa, ma anche delle condizioni di conflitto istituzionale che hanno consentito a Mittal di rilanciare con una lettera indirizzata al Governo e di porsi addirittura nel ruolo di mediatore e garante nei confronti dei lavoratori con la lettera spedita a Natale proprio a tutti i dipendenti ILVA.

“Mittal non può essere garante – spiega – ne va delle condizioni di salute dei tarantini, della tutela dell’ambiente, ma anche del naturale alveo di confronto in cui la trattativa sul piano industriale, sugli organici e sui livelli contrattuali si dovrà svolgere, e in cui ci attendiamo come sindacato di avere sia il Governo che gli enti locali dalla nostra parte”.

Secondo Peluso dunque il metodo non resta variabile ininfluente.
“Dobbiamo evitare che Mittal vinca a prescindere – spiega – sia che la contrattazione vada in porto, sia che non porti a un nulla di fatto e consegnando così al mercato dell’acciaio una ILVA depotenziata e in grado di non nuocere al domino delle quote di mercato internazionale”.

“Ci auguriamo pertanto che tutte le parti in causa sollevino lo sguardo oltre le loro singole posizioni – afferma il segretario della CGIL – e ci consentano di tornare a quel tavolo con tutto il tempo necessario per discutere davvero e senza ricatti occupazionali o giuridici sulle spalle”.