Genitori tarantini e LiberiAmo Taranto scrivono al Governo su Sentenza di Strasburgo

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In che maniera il Governo Italiano intende recepire la Sentenza di Strasburgo del 24/01/2019? Ha impugnato tale sentenza o ha deciso di conformarsi alle prescrizioni contenute in essa?
Due associazioni tarantine “Genitori tarantini – Ets” e “LiberiAmo Taranto – APSA” lo hanno chiesto ufficialmente in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Conte; al Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio; al Ministro della Giustizia Bonafede; al Ministro dell’Ambiente Costa, al Ministro della Salute Grillo; al Ministro per il Sud Lezzi.
La Corte Europea dei Diritti Umani ha emesso lo scorso 24 gennaio scorso una sentenza di condanna dell’Italia per la violazione dell’articolo 8 e 13 della convenzione dei diritti umani.
“In tale dispositivo giuridico – ricordano le due associazioni – vengono indicate, dal punto 178 al punto 180, le modalità attraverso cui lo Stato italiano è chiamato a rimediare a tali violazioni. Noi ricorrenti, insieme a tutti i cittadini di Taranto, colpiti negli anni da tali violazioni, aspettavamo di conoscere, quindi, se il Governo avesse impugnato tale sentenza o avesse iniziato a conformarsi alle prescrizioni contenute in essa.
Ci saremmo aspettati, infatti, che già in occasione della visita a Taranto di un corposo gruppo di rappresentanti del Governo, avvenuta il 24 aprile scorso, il vicepresidente del Consiglio, l’on. Luigi Di Maio e i ministri Barbara Lezzi, Sergio Costa, Grillo e Bonisoli, avessero informato i cittadini tarantini delle decisioni e azioni che lo Stato ha intrapreso per rimediare alle gravi violazioni rilevate dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo.
In quella occasione, riteniamo, avrebbero dovuto rispondere alle domande di diversi rappresentanti delle associazioni presenti al tavolo in Prefettura per chiarire se lo Stato italiano avesse presentato ricorso alla Grande Camera, visto che il termine per la presentazione dell’istanza scadeva proprio lo stesso giorno dell’incontro con le associazioni tarantine; in caso contrario, avremmo comunque gradito conoscere le azioni intraprese dal Governo per ottemperare alle prescrizioni previste dalla sentenza.
Gradiremmo sapere, inoltre, se Governo ritiene di aver recepito le prescrizioni della sentenza Cedu mediante le recenti modifiche apportate all’articolo 46 del decreto crescita. In tal caso, riterremmo molto grave l’azione di questo esecutivo perché, nonostante le modifiche apportate a quella norma, verrebbe confermato l’ultimo piano ambientale approvato, ritenendo che lo stesso “risolva” l’emergenza sanitaria, mentre invece i dati raccolti e le evidenze scientifiche, sostenute dal prof. Alessandro Marescotti ma anche da ARPA e Asl locali, dimostrano che, in particolare per quanto riguarda le emissioni di diossina, tali provvedimenti sono del tutto inefficaci a risolvere le violazioni e i danni ambientali che la procura di Taranto ha quantificato in 8.100.000.000 di euro, mentre il piano di risanamento ne prevede solo 1.100.000.000.
Alla luce dei dubbi sopra esposti e in assenza di sufficienti informazioni a riguardo, non possiamo escludere dunque che l’incontro dello scorso 24 aprile a Taranto tra autorità politiche e associazioni, sia stato unicamente finalizzato ad un “apparente” coinvolgimento del territorio, in vista delle prossime consultazioni per il rinnovo del parlamento europeo.
Con questa missiva, pertanto, – concludono le due associazioni tarantine – le chiediamo di fare chiarezza e di informare noi tarantini, cittadini italiani, se il Governo italiano ha impugnato la sentenza CEDU presso la Granda Camera.
Inoltre gradiremmo sapere se con l’emanazione del decreto crescita lo Stato italiano ritiene di aver adempiuto alle disposizioni contenute nei punti 178 e 180 della sentenza che prevedono testualmente che il “piano ambientale approvato dalle autorità nazionali e recante l’indicazione delle misure e delle azioni necessarie ad assicurare la protezione ambientale e sanitaria della popolazione, dovrà essere messo in esecuzione nel più breve tempo possibile.”