Dichiarazioni Schiavone. Nicastro: “Servono norme più severe”

Condividi

“Il fatto che le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone siano state soltanto ora rese pubbliche non vuol dire che, anche in Puglia, le autorità competenti non tenessero da tempo sotto controllo il problema.” Così l’Assessore Regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro interviene sulle dichiarazioni del pentito di camorra Schiavone restituendo alle notizie che emergono in queste ore un contesto per evitare il rischio di creare ingiustificati allarmismi nella popolazione.

“La mia tranquillità, che confermo rispetto alle notizie che emergono,” – afferma Nicastro che, in passato, da magistrato, si è occupato più volte di reati ambientali – “è dovuta al fatto che in Puglia da anni seguiamo la questione e cerchiamo di mettere le forze di polizia giudiziaria, le uniche che possano concretamente intervenire su questi fenomeni, nelle condizioni di operare in maniera sempre più efficace. Per questo – prosegue Nicastro – per ben 7 anni abbiamo sottoscritto con le forze dell’ordine un Accordo Quadro, con un discreto stanziamento di fondi, al fine di monitorare il territorio regionale con un focus specifico sui reati di natura ambientale. Guardia di Finanza, Noe dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Arpa e CNR dal 2007 sono destinatarie di risorse economiche che permettono loro l’acquisto di tecnologie sempre più sofisticate e la formazione del personale in maniera da essere sempre più efficaci nell’azione territoriale. Il nostro progetto PILLAR (Potenziamento Infrastrutturale per la lotta al traffico illecito di Rifiuti)-” spiega l’Assessore regionale – “ha anche ricevuto un riconoscimento dal Forum PA come buona pratica di collaborazione inter-istituzionale. Abbiamo strategicamente scelto di monitorare il territorio attraverso una fitta rete. Non siamo la regione in cui accadono più reati ambientali ma siamo certamente quella in cui il sistema di repressione funziona meglio”.

“Le dichiarazioni del pentito, rese nel 1997, riguardano fatti collocabili in epoca precedente. A questo punto mi viene da chiedermi se chi era a conoscenza di queste dichiarazioni, laddove verificabili e confermate, le abbia poi messe a disposizione degli organi inquirenti perché essi potessero svolgere il proprio lavoro. Devo dire – conclude l’Assessore – che ancora una volta non posso fare a meno di sottolineare come il tema non possa essere affrontato in termini regionali: più volte abbiamo chiesto a livello nazionale che il modello Puglia di collaborazione con le forze dell’ordine divenisse una pratica nazionale e che le norme sui reati ambientali venissero finalmente riviste con un deciso inasprimento delle pene previste. In molte occasioni, le interpretazioni giornalistiche, sui numerosi sequestri (circa 1800 dal 2007) emersi dall’attività di indagine delle forze dell’ordine e resi possibili proprio dall’Accordo quadro con la Regione, hanno dato alla Puglia la ‘maglia nera’ sui reati ambientali. Ribadisco ancora una volta quello che più volte ho detto: noi combattiamo gli illeciti e vogliamo che emergano. Altri tentano di nascondere tutto sotto il tappeto. E’ una questione di scelte”.

nicastro