Depuratore Sava-Manduria. Iaia insiste sull’avvio dei lavori.

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Il Sindaco di Sava Dario Iaia torna a chiedere l’inizio dei lavori per la realizzazione del depuratore Sava – Manduria.

In una lettera inviata al Direttore del Dipartimento Opere Pubbliche della Regione Puglia, Ing. Barbara Valenzano, che l’8 novembre scorso, con una nota indirizzata ad AQP S.p.A. e all’Ing. Emilio TARQUINIO, ha di fatto disposto la sospensione dei lavori in attesa “della consegna del Progetto relativo alle modalità di gestione dei reflui in uscita (sistema di scarico in agro di Manduria: reflui per usi i irrigui/plurimi/lagunaggio/sottobosco/retrodunale)“.

“Per quanto ci risulta, – afferma Iaia – tale decisione non ha a monte alcuna delibera di Giunta Regionale che definisca, sul piano politico ed amministrativo, l’indirizzo dell’organo di governo regionale su tale argomento e con il quale – quest’ultimo – abbia disposto la sospensione o il divieto dell’avvio dei lavori del costruendo depuratore consortile Sava – Manduria.
Inoltre, – prosegue il Sindaco di Sava – non paiono chiare le motivazioni tecniche che sono alla base di tale determinazione, né quali siano i tempi entro i quali “il progetto relativo alle modalità di gestione dei reflui in uscita” verrà prodotto ed otterrà tutte le autorizzazioni del caso (V.I.A., compatibilità paesaggistica, compatibilità idrologica e idraulica, valutazione di incidenza ambientale, parere per i beni archeologici, ecc.).
Ma vi è di più, in quanto non si conosce il costo delle opere in fase di progettazione, né se vi sia un impegno di spesa assunto dalla Regione Puglia per finanziarne la realizzazione”.
Per il Sindaco Iaia, da tutto ciò consegue “inevitabilmente, un notevole dilatamento dei tempi, un aggravio dei costi, un perdurare delle rilevanti problematiche ambientali, che potrebbero delinearsi come danno ambientale” dato che il depuratore di Manduria continua a scaricare nel sottosuolo.
“Per di più, – sottolinea nella il Sindaco di Sava – è noto come siano pendenti procedure di infrazione comunitaria, conclusasi positivamente per il nostro Stato, con sentenza della Corte di Giustizia Europea” sulla base di impegni assunti dalla Regione in quella sede e ad oggi “ampiamente disattesi, soprattutto con riferimento alla realizzazione del depuratore consortile Sava – Manduria”.
“Pertanto vi sono tutte le condizioni – afferma Iaia – affinché una nuova procedura di infrazione comunitaria possa essere attivata, con la conseguenza di danni economici rilevanti per il nostro Paese” senza dimenticare, poi, “il procedimento pendente dinanzi alla Procura Regionale della Corte dei Conti – Sezione Puglia che,con nota del 20.12.2013, ha richiesto informazioni in ordine alla definizione dell’iter progettuale ed alla esecuzione dei lavori”.
Infine nella lettera il Sindaco di Sava Dario Iaia evidenzia “come siano trascorsi diversi anni da quando, in data 18.07.2013, è intervenuta l’aggiudicazione della gara d’appalto e la sottoscrizione del contratto (16.10.2014) tra l’A.Q.P. e l’impresa appaltatrice.
Ciononostante, i lavori ancora oggi non prendono il via con la conseguenza che, sempre più concreti divengono i rischi di:
1) rivalse economiche e di maggiori oneri per il ritardo dell’avvio dei lavori da parte della impresa;
2) condanna dello Stato Italiano al pagamento di rilevanti somme per infrazione a precisi impegni assunti in sede comunitaria ;
3) perdita del finanziamento stanziato per la realizzazione delle opere in progetto, con il conseguente addebito dei successivi costi di realizzazione a carico della tariffa, ossia a spese di tutti i cittadini pugliesi;
4) danni ambientali connessi alla persistenza, in relazione all’attuale depuratore di Manduria, dello scarico di acque reflue non adeguatamente depurate nel sottosuolo, in palese contrasto con la normativa vigente;
5) di precarietà ambientale e di inquinamento diffuso della falda sotterranea e dell’ambiente circostante, vista l’assenza , nell’abitato di Sava e nella marina di Manduria, di qualunque tipologia di impianto depurativo comunale in grado di trattare le acque convogliate in pubblica fognatura (laddove la canalizzazione è presente)”.
“Ciò detto, considerata la estrema gravità della situazione, appare anomalo e contraddittorio – ribadisce Iaia – che, ancora oggi, la Regione Puglia, dopo decenni di discussioni e di studi, subordini – ancora – l’avvio dei lavori per la realizzazione del depuratore consortile, alla presentazione di un ulteriore progetto che comunque non risolverebbe la questione del recapito finale a mare.
Tutto questo dopo che il progetto relativo al depuratore Sava – Manduria ha ottenuto due valutazioni di impatto ambientali positive e diversi provvedimenti favorevoli da parte del Tar Puglia e del Consiglio di Stato.
Ed ancora sorprende che a nulla siano serviti lo studio elaborato dal C.N.R.ed il parere del Ministero dell’Ambiente con il quale è stato ribadito ciò che era noto a tutti e cioè che “le disposizioni normative attualmente vigenti non consentono l’utilizzo di acque reflue , ancorchè opportunamente depurate, per il ravvenamento delle falde idriche e che lo scarico alternativo deve conformarsi alle modalità previste dalla normativa attualmente in vigore” .
“In ultimo, si rileva che, pur essendo stato approvato un ordine del giorno nella seduta n. 6 del 13.10.2015 dal Consiglio Regionale, avente ad oggetto ‘riutilizzo delle acque depurate ed affinate, eliminazione della condotta sottomarina ed individuazione alternativa del recapito finale’, con il quale si auspicava la modifica del Piano di Tutela delle Acque del 10.10.2009, quest’ultimo, ad oggi, non è stato ancora modificato.
Il Sindaco di Sava Dario Iaia, dunque, considerato che “la situazione per l’abitato di Sava e per i suoi cittadini è diventata oramai non più tollerabile” chiede “l’avvio dei lavori che non possono essere subordinati ad una progettazione ancora in fase di avvio”, declinando “sin da ora ogni responsabilità, sia di natura penale che amministrativa, per il mancato rispetto della normativa in materia ambientale e contabile”.