Depuratore: Ecco perché il Comitato per la difesa del territorio e del mare di Avetrana torna a puntare sul sito “Serpenti”

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“La proposta fatta pervenire alla Regione Puglia sulla base della quale fu redatto il verbale del 7 aprile 2017, prevede la realizzazione di un impianto di depurazione completo di idonei e capienti buffer di affinamento posto ad oltre 5Km. dal mare e un sistema di condotte per l’invio delle acque depurate e affinate, ai fini del riuso in agricoltura, alla vasche del Consorzio di bonifica dell’Arneo, poste rispettivamente ad ovest del “Monte dei Diavoli” e a sud del bosco “Rosamarina”, mentre nel “Canale ti lu Rizzu”, ad oltre 4 Km dal mare, è previsto soltanto lo scarico emergenziale del quale, peraltro, se ne può anche fare a meno.”
E’ l’introduzione di una nota del Comitato per la difesa del territorio e del mare di Avetrana che spiega le ragioni del perché è preferibile contrada Serpenti a quella attuale dell’Urmo
“Chiunque abbia una minima conoscenza del territorio può verificare e dare atto che con l’attuale progetto del depuratore a Urmo lo scarico emergenziale avverrà a meno di seicento metri dalle prime sorgenti del Chidro, su un suolo calcareo posto a soli 23 metri sul livello del mare, sotto cui, alla profondità di soli quattro/cinque metri, scorre la falda freatica e poco più in profondità quella artesiana. Inoltre, buffer e scarico non osservano le distanze previste dalle norme, poiché si trovano a soli 1700 metri dal mare e non rispettano la distanza minima di 2,5 Km prevista dal D.Lgs. 152/2006 prescritta per portate pari o inferiori a cinquemila metri cubi al giorno, e sono previsti a meno di 300 metri dal confine con il territorio di Avetrana, dalle residenze di Urmo e da quelle a nord della zona “Chidro” e, dunque, violano i principi per l’ubicazione di impianti insalubri (D.M. 05/09/1994) da porre, secondo i non impugnati criteri generali di precauzione, ad almeno 500 metri dalle aree residenziali. L’impianto in contrada Urmo, salvo a violare deliberatamente anche le prescrizioni del D.Lgs. 152/2006, non potrà neppure ricevere le acque reflue della costa poiché in tal caso, come riportato nelle relazioni della stessa AQP, la portata raggiungerebbe e supererebbe, sia pur di poco i diecimila metri cubi/giorno (forse per questo è stato prevista la realizzazione della rete nel lontano 2038, quando ormai l’impianto di depurazione diverrà obsoleto e perciò di fatto inservibile considerato che la durata media di tale opera non supera i venti anni).
La delocalizzazione dello stesso sistema di impianto in contrada “Serpente”, salvaguarderebbe le case e l’economia turistica della costa comportando l’allontanamento del depuratore e dei relativi buffer ad una distanza maggiore di 5 Km. Questa soluzione permetterebbe di trattare acque fino alla portata giornaliera di 10.000 metri cubi giorno in perfetta osservanza del D.Lgs. 152/2006, così da potervi confluire anche i reflui della costa. Inoltre, le acque depurate riversate nei buffer e affinate nei bacini di filtrazione verrebbero convogliate alle vasche d’Arneo e soltanto lo scarico emergenziale avverrebbe sul suolo posto a quasi cento metri sul livello del mare, in assenza di falda freatica sottostante (infatti non vi esistono pozzi) e ben sopra la falda artesiana che si trova ad oltre settanta metri di profondità.
L’accenno al rispetto delle norme del D.Lgs 152/2006 e al D.M. 05/09/1994 relativamente alle distanze da osservare per gli scarichi sul suolo e al rispetto della distanza dagli insediamenti residenziali vale anche come risposta all’appello del Sindaco Iaia il quale ha voluto far leva su responsabilità penali relative ai ritardi che vorrebbe attribuire soltanto agli altri soggetti interessati senza pensare, invece, che eventuali responsabilità per le violazioni delle norme sarebbero ben più gravi e soprattutto inciderebbero irrevocabilmente e negativamente sull’ambiente.”
Per tutte queste considerazioni il Comitato rinnova l’invito ad essere vigili e attenti e partecipi affinché vengano rispettate tanto la volontà popolare quanto gli interessi del territorio.