Depuratore di Manduria e Sava. I Verdi: è un salto nel buio!…il rimedio peggiore del male.

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“Col plauso pressoché unanime delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale (anche i 5stelle si dichiarano soddisfatti) e con la benedizione dei competenti uffici regionali, ci si prepara da parte di AQP a dare inizio ai lavori di costruzione del depuratore ad Urmo-Belsito.” E’ la nota stampa del Partito dei Verdi di Manduria sugli sviluppi della vicenda del depuratore consortile Manduria -Sava che esprime forti perplessità.

“Ci perdoneranno lor signori se non partecipiamo al giubilo e crediamo che non sarà contenta nemmeno la popolazione manduriana, alla quale si sta chiedendo sostanzialmente un salto nel buio. Ad oggi, infatti, nulla sappiamo (ad eccezione, forse, di un ristretto gruppo di iniziati) su quali siano le scelte progettuali relative alla destinazione finale dei reflui. Ci si sta lavorando! Si chiede quindi ad una popolazione di accettare che si dia inizio ad un’opera così fortemente impattante sull’ambiente, sul paesaggio e sull’economia senza darle la possibilità di valutare il progetto nella sua interezza ed in particolare in quella parte che da sempre è oggetto di feroci contrasti: gli scarichi finali. Dopo aver per oltre un decennio lottato contro la condotta sottomarina, saremo dunque al punto di dover accettare lo scarico, sia pure emergenziale, in battigia? Questo si evincerebbe dalle fonti di stampa. Una emergenza ascritta ad eventi climatici eccezionali e quantificata nel numero di 14 (come recitava l’ultimo studio di fattibilità di cui abbiamo notizia) sulla base di ricostruzioni storiche. Davvero un modo scientifico di calcolare l’incalcolabile, posto che le osservazioni scientifiche ci parlano invece di un clima impazzito, in cui gli eventi eccezionali diventeranno la norma. In conclusione pare che lo scarico in mare, in un modo o nell’altro, non si possa eliminare ed è la dimostrazione di quanto i Verdi hanno sempre sostenuto (posizione condivisa dagli amici di Manduria Lab): che non ci sarà soluzione sinché l’impianto avrà quelle dimensioni e quella localizzazione.
Saremo dunque costretti ad accettare, in barba a promesse e soluzioni periodicamente sventolate, un rimedio peggiore del male?”