Depuratore. Curri: “A che serve depuratore all’Urmo se le marine non saranno dotate della rete fognaria?”

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A Manduria si sta realizzando un impianto di depurazione consortile per smaltire i reflui di Sava e Manduria. La scelta del sito all’Urmo sulla fascia costiera appare sempre più inspiegabile dopo le ultime dichiarazioni di

AQP e Regione Puglia che prendono tempo per la realizzazione della rete fognaria delle marine la cui infrastrutturazione richiederà l’attivazione di importanti finanziamenti stimati in non meno di 50milioni di euro.
In una nota l’Ing. Antonio Curri fa alcune considerazioni proprio su quanto emerge dalla relazione che accompagna la proposta di Variante al progetto.
“A me sembra che la “confusione” regni sovrana all’interno di AQP! O no? A leggere la Relazione di accompagnamento alla proposta di” Variante al Progetto” originario del Depuratore Consortile Sava, Manduria e le Marine; sembra quasi che tutto vada nella direzione di “sistemare” gli scarichi di Sava e Manduria! Per le “marine”? Ne parliamo successivamente!” “AQP e REGIONE PUGLIA – dice Curri – insistono “capoticamente” e continuano ad indicare l’ubicazione del Nuovo Depuratore in località URMO pur affermando che:“le “Marine” potranno usufruire del servizio in “futuro” (forse l’anno 2038!), in quanto le Marine di Manduria sono sprovviste di rete fognaria la cui infrastrutturazione richiederà l’attivazione di importanti finanziamenti stimati in non meno di 50,0 mln di euro?”
Cioè, si redige un progetto con l’indicazione del sito del depuratore lungo la fascia costiera, senza l’ausilio di un progetto di fattibilità che riguardi l’infrastrutturazione delle Marine?
Infatti, nella Relazione è precisato che “ Concretamente, visti i necessari tempi di approvvigionamento dei finanziamenti, progettazione e ed approvazione delle opere, gli allacci delle marine sono da ricondurre al completamento della infrastrutturazione della rete fognaria dei centri urbani!”
Quindi, in “soldoni” l’AQP dice: “Ora diamo seguito ai lavori dell’appalto, con tutte le opere fino ad ora illustrate e che potranno essere realizzate anche alla luce della Delibera Regionale n¨1150 indipendentemente dalla natura dello scarico!”
Sulla questione depuratore, dunque, continua a regnare il caos sebbene l’opera sia di straordinaria importnaza per il territorio.
“Ritengo – prosegue Curri – che ci sia bisogno di una “ponderata riflessione” da parte di chi intende dare l’eventuale input per la prosecuzione dei lavori! A quanto pare, la Comunicazione inviata dal Direttore del Dipartimento Regionale ing. Barbara Valenzano, con nota n. 3369 dell’8.11.2016 all’AQP , all’ing. Emilio Tarquinio, non sia stata interpretata per il verso giusto!
Infatti, nella missiva veniva ribadito che “ i lavori inerenti l’impianto di depurazione –non potranno avere inizio prima della consegna del progetto relativo alle modalità di gestione dei reflui in uscita (sistema di scarico in agro di Manduria:reflui per usi irrigui/plurimi/lagunaggio/sottobosco/retrodunale)!”
“Qualcuno può affermare che ciò sia stato osservato? Non penso proprio! – afferma ancora Curri –
Infine, è bene che AQP “non” insista con le “forzature” dicendo che “l’agglomerato Sava Manduria era già stato oggetto della procedura di infrazione comunitaria 2034/2004, superata in virtù delle azioni poste in essere con le disposizioni del Piano di Tutela delle Acque e che la mancata esecuzione degli interventi concreta il rischio di una nuova procedura di infrazione comunitaria.!”
“AQP, sa bene, – conclude – che l’infrazione Comunitaria 2034/2004, si riferisce al sistema di depurazione e fognario di Porto Cesareo!”