Depuratore Consortile Manduria- Sava: le associazioni partono all’attacco

Condividi

Con undici pagine fitte, dal titolo “Atto di significazione e diffida”, l’Associazione ambientalista Azzurro Ionio di Manduria ha notificato al Presidente di Regione Puglia,
nonché ai Servizi regionali Ecologia e Lavori Pubblici regionali, un atto in cui sono stati messi a nudo ed evidenziati tutti i punti critici, le inadempienze, le eccentriche interpretazioni delle leggi e formulato anche precise richieste a Regione Puglia. Si arricchisce di un nuovo capitolo , dunque, la controversa ed annosa vicenda del depuratore consortile in via di realizzazione lungo la costa ionico salentina, che da 15 anni è fortemente osteggiato dalle popolazioni locali.
E’ su questi punti che l’atto intende colpire:
1) il PTA (piano tutela acque) approvato nel 2009, che prevede un unico depuratore per l’agglomerato di Sava- Manduria-marine, è superato e deve essere revisionato; così dice l’articolo 121 del codice ambiente, che ne prevede la revisione ogni 6 anni. Il PTA pugliese ne ha ben 10.
2) il progetto che AQP intende portare avanti è altrettanto datato, perché è quello del 2009, modificato, ma questo semi-nuovo progetto non ha mai ottenuto la VIA (valutazione di impatto ambientale); quella rilasciata nel 2011 riguardava il vecchio progetto (scarico a mare con condotta);
3) non è stata rilasciata l’autorizzazione unica, obbligatoria, prevista dall’articolo 27 bis del codice ambiente;
4) il progetto è stato spezzettato in 4 “stralci funzionali” con il risultato che non è stata chiesta la VIA sul nuovo progetto ed anzi nel novembre 2018 è stato abbandonato il procedimento di VIA, che era stato avviato nel marzo 2018;
5) il vincolo espropriativo (per acquisire le aree ove realizzare parte delle opere) è decaduto . Il testo unico espropri prevede una durata di 5 anni ed il PTA (piano tutela acque) ed il progetto originario sono del 2009;
6) la soluzione dello scarico su suolo e riutilizzo delle acque non tiene in considerazione e non rispetta i regolamenti regionali 8/2012 e 13/2103, in materia di riutilizzo delle acque reflue ed impianti di depurazione delle acque fognarie urbane;
7) i costi di queste opere, che così come progettate non sono idonee a superare i problemi, e che sono destinati a lievitare enormemente, perché la maggior parte delle successive opere devono essere ancora appaltate, ricadranno sulla cittadinanza (tariffa unica acqua, collettamento e depurazione).

La notizia è stata diffusa dall’Associazione Azzurro Ionio, Verdi Manduria, Manduria LAB, Legambiente Manduria​ e
Archeo Club.

L’Avv. Francesco Di Lauro, Presidente di Azzurro Ionio ha, inoltre, dichiarato: ” L’atto è stato scritto con il decisivo contributo dell’Avv. Claudio Linzola del Foro di Milano incaricato dalle associazioni ambientaliste
Manduriane di predisporre ricorsi amministrativi contro il progetto”.
Le Associazioni diffidanti hanno chiesto espressamente ed a norma di legge:
– di avviare la revisione del piano acque perché sia modificato la previsione del depuratore unico, sparso in diversi impianti, collegati con chilometri di tubature, anche in aree ambientali di pregio e vicino all’abitato (Urmo);
– di sospendere i lavori in corso e respingere l’ulteriore progetto di AQP, che è poi quello del 2009 un po’ modificato, prima che non sia effettuata una seria valutazione degli impatti e sia trovata una soluzione effettiva al problema scarichi, che coinvolga anche le marine.
Quindi, qualora Regione Puglia dovesse approvare il nuovo progetto o non avviare la revisione del PTA, non esiteranno ad impugnare gli atti, quando e se ci saranno, avanti al TAR ed a segnalare alla Procura regionale della Corte dei conti anche i danni erariali derivanti da spese assunte, secondo li diffidanti, in difformità dalle norme e dai procedimenti che disciplinano la materia.