Colletta per operaio malato di tumore: per Ilva procedura irregolare

Condividi

Ha atteso invano per ore di essere ricevuto dai vertici dell’Ilva: l’operaio  colpito da un cancro al collo non ha potuto consegnare i fogli su cui migliaia di colleghi hanno apposto la propri firma manifestando la volontà di devolvere in suo favore  parte dei loro stipendi per una somma complessiva di  70 mila euro.

In segno di protesta alcuni lavoratori e rappresentanti dell’Usb (Unione sindacale di Base) hanno occupato la saletta antistante la direzione dello stabilimento Ilva. “I vertici Ilva – sottolinea il coordinatore provinciale dell’organizzazione, Francesco Rizzo – non hanno preso neanche in considerazione l’ipotesi di riceverlo anche solo per ascoltarlo. Il messaggio per noi è chiaro: per queste persone i lavoratori non hanno neanche il diritto di aiutarsi tra di loro”.

Logo usb

I dipendenti del siderurgico di Taranto nei giorni scorsi si erano mobilitati per aiutare l’operaio ammalatosi di tumore al collo per due volte nel giro di un anno e per permettergli di  recarsi all’estero per sottoporsi ad un intervento chirurgico delicatissimo,  destinando a questo il corrispettivo di  9 mila ore lavorate e di ferie.

Ma per l’azienda la procedura è irregolare e,  in  un comunicato stampa,  spiega le sue ragioni evidenziando la necessità di rispettare “le regole  inserite nel contratto nazionale di lavoro che tutelano la correttezza e la veridicità della raccolta firme propedeutiche ad eventuali raccolte di denaro a favore di dipendenti in difficoltà che, in ogni caso, sono demandate alle organizzazioni sindacali rappresentative in azienda. Queste regole – è scritto ancora nella nota –  sono a garanzia dei lavoratori che devono sapere per cosa e con quanto stanno contribuendo. L’azienda, comprendendo la necessità e l’urgenza di definire queste regole, convocherà già nelle prossime ore le organizzazioni sindacali rappresentative per definire le modalità di svolgimento di queste azioni di raccolta a favore dei lavoratori.” L’Ilva considera infine “molto grave la strumentalizzazione di una vicenda personale dolorosa che richiede da parte di tutti la massima sensibilità