Città Più: “…il patrimonio beni culturali di Manduria non va affidato a improvvisatori…”

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“Il movimento politico culturale “Città Più” esprime tutto il suo sconcerto per l’infelice conclusione di una storia che dura da troppo tempo e che da troppo tempo non sortisce alcuna conseguenza positiva per l’immagine della città.”

Il riferimento è alle recenti polemiche apparse sui media sulla mancata riuscita dei bandi promossi dal comune messapico relativi alla gestione dei beni storico-archeologici manduriani.
“È da più di un decennio che l’improvvisazione regna sovrana in quella che dovrebbe essere una delle realtà più proficue e meglio organizzate del territorio, la valorizzazione del nostro patrimonio. L’offerta culturale, – analizza Città Più – ancorata alla corretta fruizione dei beni artistici e archeologici, è da troppo tempo assente dal programma politico e la realtà amministrativa che stiamo vivendo non ci aiuta certo a migliorare. Da anni assistiamo all’annullamento di qualunque tipo di iniziativa volta a sostenere il comparto culturale locale. Tutto questo accade perché chi dovrebbe gestire e promuovere i beni culturali non ha l’esperienza professionale per farlo, essendo del tutto a digiuno della materia.Un tale patrimonio – non va affidato ad improvvisatori o a modesti “garzoni di bottega”, che non hanno la capacità di mettere in sesto un piano di sviluppo articolato e di ampio respiro, che richiederebbe la regia di più professionalità.”
“Da ciò ne derivano le magre figure che l’intera città fa agli occhi dei Comuni limitrofi, il più delle volte maturate a seguito di una totale inettitudine della politica locale.” Città più elenca i molteplici esempi di mala politica: “…quando un tale sindaco, la massima autorità civile e politica di un comune, dice pubblicamente di non volere alcuna indagine archeologica in quello che è il cuore pulsante della città, l’agorà , perché “questi signori – (con riferimento alla Soprintendenza) – se ne vengono col pennellino”; quando si nomina una “Commissione Cultura” con autorevoli membri, che non viene mai convocata e a cui non vengono, tra l’altro, dati gli strumenti necessari per avviare una seria programmazione culturale; oppure quando si mettono in piedi improponibili bandi le cui parti sono il frutto di un copia e incolla di disposizioni amministrative provenienti da chissà dove e poi messe insieme a forza, come le tessere di un improponibile puzzle, eccetera, eccetera…
Tutto questo ha portato, oggi, ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti.”
Secondo il movimento “Città Più” la macchina amministrativa si è inceppata inesorabilmente perché manca il dialogo tra le istituzioni e gli esperti del settore (archeologi, storici, ingegneri, architetti, guide turistiche) già impegnati nella promozione e valorizzazione del territorio. “Ci deve essere una forte e continua collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza con il coinvolgimento di professionisti del settore. Se l’Ente locale non è capace di garantire la fruizione dei beni culturali, quali un parco archeologico o un museo, le Soprintendenze, chiamate a vigilare e tutelare su di essi, possono chiederne la chiusura. Vogliamo subire anche quest’altra onta?
Manduria, da anni, è fuori dai circuiti regionali e nazionali di promozione dei beni archeologici; è stata privata di quegli attrattori culturali e di promozione che caratterizzano una città moderna. Vogliamo, lo ripetiamo, subire anche quest’altra onta?
Vogliamo davvero far chiudere quello che è riconosciuto come il secondo Parco Archeologico d’Europa e permettere alla Soprintendenza di “riportare nei magazzini” di Taranto o altrove le testimonianze del nostro passato?” Il rischio che si sta correndo è molto alto – conclude il movimento – e non si può più aspettare.”