Cia: lutto per la prematura scomparsa dell’ex presidente Giuseppe Politi

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Lutto all’interno della Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto per la prematura scomparsa di Giuseppe Politi. Nato a San Pietro in Lama
nel 1950, Politi è stato presidente della Cia Confederazione Italiana Agricoltori dal 2004 al febbraio del 2014. Il suo è stato un impegno costante e incisivo teso a tutelare i redditi degli agricoltori, a valorizzare il ruolo dell’impresa agricola nel contesto economico e produttivo, ma anche per far crescere il settore e con esso l’intero sistema agroalimentare.
“A Politi” – si legge in una nota – “vanno riconosciuti, in particolare, due grandi meriti: l’autoriforma della Confederazione Italiana Agricoltori che ha portato gli imprenditori agricoli alla guida dell’organizzazione e la nascita di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare. Sono stati due obiettivi che ha sempre ricercato con fermezza e ostinazione. Su essi, negli ultimi anni, aveva accentrato tutta la sua azione sindacale. Il loro conseguimento ha rappresentato per Politi motivo di grande soddisfazione, che non ha mancato di sottolineare nella VI Assemblea elettiva della Cia, nel febbraio 2014, dove ha passato il testimone della presidenza a Dino Scanavino.”
L’autoriforma della Cia ha rappresentato per Politi un traguardo indispensabile fin dal suo insediamento alla presidenza confederale nel luglio del 2004. Da allora ha costruito tassello dopo tassello il cambiamento. Nel febbraio del 2010, con la V Assemblea elettiva, si è realizzata la svolta storica per l’organizzazione che ha avuto l’ultimo atto finale proprio con l’assemblea del febbraio 2014.
Anche Agrinsieme è stato un obiettivo che Politi ha avuto sempre nella mente. Per lui l’unità del mondo agricolo era un’esigenza fondamentale per gli agricoltori e per l’agricoltura. Raccogliendo l’insegnamento dello storico presidente della Cia Giuseppe Avolio, battutosi con energia per l’avvio di un concreto processo unitario, si è mosso in un’ottica ben precisa: quella delle convergenze e dell’azione comune. Un primo deciso passo in questo senso è stata la grande manifestazione del novembre 2005 a Bologna, dove più sigle sindacali agricole scesero in piazza per reclamare più attenzione nei confronti del settore primario. Lo stesso slogan (Con l’agricoltura per lo sviluppo del Paese. Insieme per le imprese agricole italiane) dimostrava che la scelta di Politi aveva chiare finalità: aggregare il mondo agricolo e cooperativo per rafforzare il potere contrattuale del comparto e dare prospettive certe agli agricoltori del nostro Paese.

L’impegno di Giuseppe Politi per l’unità del mondo agricolo è stato chiaro nella quarta Assemblea elettiva della Cia del 2006 (dove viene eletto per acclamazione) che si svolse, appunto, sotto la parola d’ordine “Patto, Unità, Reddito”. E gli anni che seguirono sono stati segnati da tappe importanti, ma anche da insuccessi. Ma Politi è andato avanti imperterrito, sempre alla ricerca dei traguardi prefissati. La nascita nel gennaio 2013 di Agrinsieme, di cui è stato coordinatore per un anno, è stata la sua sfida vinta.

Giuseppe Politi, ovviamente, non si è limitato solo a questi due pur importanti obiettivi. La sua azione è stata a trecentosessanta gradi. Ha tessuto importanti relazioni a livello europeo e internazionale. Soprattutto nell’Ue ha svolto un impegno di spessore e si è battuto con tenacia per tutelare gli interessi degli agricoltori. Nell’ultimo anno, pur colpito dalla malattia, ha cercato con determinazione di contribuire alla costruzione di una riforma della Politica agricola comune (Pac) adeguata ai cambiamenti e alle necessità delle imprese. Non si è fermato davanti a nessun ostacolo. Su di se ha attirato anche critiche, ma ha proseguito con tenacia e con coraggio.
“Il presidente e il direttore della Cia di Taranto, Francesco Passeri e Vito Rubino, esprimono commozione e vicinanza alla moglie Vittoria, ai figli Enrica e Luca, alla amata nipotina Bianca e a tutte le persone a lui vicine.”

Giuseppe Politi