Carovigno: vicenda depuratore, manifestazione in piazza il 9 marzo

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Da oltre quarant’anni gli scarichi fognari di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino finiscono nel sottosuolo senza alcuna fase di depurazione con gravi danni per la salute delle popolazioni esposte. E’ quanto denunciano i cittadini dei tre comuni brindisini che hanno organizzato per domenica 9 marzo 2014 una manifestazione di protesta contro le amministrazioni locali, provinciale e regionale ritenute responsabili dei ritardi nella realizzazione e messa in funzione del depuratore di Bufalaria.
“Tra appalti e incarichi vari – ricorda il coordinatore Tonino Mosaico – sono stati spesi, senza nessun risultato, 20 miliardi delle vecchie lire e milioni di euro (tutti soldi pubblici). La situazione attuale è peggio di quella di 50 anni fa, la fogna con solventi ed altre sostanze pericolose, viene sversata nel sottosuolo attraverso le condutture dell’Acquedotto Pugliese.”.
Alla Regione Puglia i manifestanti chiedono che stralci subito i decreti del commissario straordinario per l’emergenza ambientale con cui si autorizza l’AQP allo scarico dei liquami nel “sottosuolo” dei tre paesi, facendoli passare per fogna depurata pur sapendo che i tre paesi sono sprovvisti di depuratore funzionante.
“Oltre al “danno”, sanitario ed ambientale, – sottolinea Mosaico – i cittadini subiscono anche la “beffa” di pagare la depurazione sulla bolletta dell’Acquedotto Pugliese senza che tale servizio sia mai stato attivato”.
Dai Sindaci dei Comuni in questione attendono, invece, opportune azioni per la salute dei cittadini e l’integrità ambientale, anche alla luce dei risultati delle analisi eseguite su campione dall’ Arpa Puglia e che mostrano parametri molto più alti rispetto alla norma.
“Dobbiamo esercitare il diritto alla qualità dei prodotti agricoli locali e del cibo biologico che si ottiene – afferma il coordinatore della manifestazione, Tonino Mosaico – non solo con assenza di concimi e pesticidi chimici ma anche, e soprattutto, con acqua non inquinata. Dobbiamo dare una nuova immagine dell’ambientalismo, – conclude – non più basato su slogan propagandistici ma in funzione della salute, del cibo di qualità e del lavoro. Un ambientalismo che difenda le future generazioni ed evitare che si trovino travolti in processi di inquinamento senza ritorno”.

Il-depuratore-di-Bufalaria