Acquisita copia digitale dell’antico libretto del digiuno dell’Immacolata

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“A distanza di oltre due anni dall’inizio delle ricerche, è stata finalmente ultimata l’acquisizione, presso gli archivi vaticani, della copia digitale dell’antico libretto del digiuno dell’Immacolata messo all’Indice dei libri proibiti”

Ne ha dato notizia Giuseppe Pio Capogrosso che sta conducendo uno studio su questa pratica nell’ambito del culto mariano.
“Varie fonti storiche, ormai note agli studiosi, attestano che la pia pratica del digiuno dell’Immacolata, così come essa si svolge tradizionalmente il giorno della vigilia della festa (7 dicembre), è nata a Manduria (all’epoca denominata Casalnuovo) nella metà del XVII° secolo.
Inizialmente si trattava di un digiuno osservato a turno da devoti estratti a sorte, ai quali veniva assegnata una data nell’anno attraverso una precisa procedura. Alla richiesta di assegnazione (proveniente da singoli individui, gruppi familiari, comunità religiose, città, ecc.) pervenuta all’Arciconfraternita dell’Immacolata di Casalnuovo, seguiva l’estrazione a sorte, da parte del Priore, della data annuale del digiuno (lo scopo della pratica religiosa era quello di assicurare che, durante l’intero corso dell’anno, vi fossero sempre dei fedeli ad osservare lo speciale digiuno a pane ed acqua). Il richiedente, una volta che gli era stata assegnata la data, riceveva una pagellina a stampa (la cosiddetta “Carta di Casalnuovo”), che riportava impresso, come promemoria, il giorno stabilito.
Per promuovere la pratica, che ebbe larghissima diffusione in Italia e anche all’estero, fu stampato un libretto, sino ad oggi mai trovato, del quale era nota soltanto l’interdizione da parte delle autorità ecclesiastiche.
Del suo possibile ritrovamento era stata data notizia dalle pagine della testata locale Manduria Oggi con un articolo del 31 luglio 2016 dal significativo titolo “Il probabile rinvenimento del libretto del digiuno dell’Immacolata stampato nel XVII secolo”.
In quella sede comunicavo che, consultando l’Indice dei libri proibiti, avevo rintracciato la citazione di un volumetto di 80 pagine intitolato: “Gratie concesse da Maria N. Signora Immacolata a molti divoti del digiuno perpetuo in pane & acqua in honore della sua purissima Concettione” la cui circolazione era stata vietata con decreto della Congregazione dell’Indice del “9. febr. 1683”.
Nel successivo articolo del 6 aprile 2018, aggiungevo che il documento era stato anche trovato, materialmente, nell’archivio romano della Congregazione per la Dottrina della fede (ex Sant’Uffizio) ma, in attesa di acquisirne copia, dubitavo ancora del fatto che potesse riguardare proprio il digiuno mariano nato a Manduria. Ciò soprattutto perché dal contenuto della copertina, che era la sola ad essermi stata inviata in quel momento, risultava che il volumetto era stato stampato nel 1679 per interessamento di un esponente della potente famiglia Giustiniani di Roma, Carlo Benedetto (principe di Bassano Romano, in provincia di Viterbo) in una tipografia sita nella località laziale di Ronciglione, molto lontano dalla nostra città.
Non era certo, ancora, che il libretto si riferisse a Manduria, tant’è che nell’occasione scrivevo: “Apparentemente, quindi, il testo rinvenuto non sembrerebbe presentare collegamenti immediati con la nostra cittadina”.
Le ricerche di archivio sono state assai complesse, e l’acquisizione delle copie digitali, è avvenuta lentamente, per gruppi di pagine. Ma, via via che le varie pagine venivano inviate, il fatto che il testo messo all’indice si riferisse al digiuno manduriano trovava sempre più conferma.
Giunto a questo punto, sembra ormai certo che si tratti del famoso, introvabile “libretto” fino ad oggi mai rinvenuto.
Sull’argomento lo storico locale Michele Greco scriveva negli anni 1950: “Quasi contemporaneamente all’inizio di questo libro [nda il Libro Magno del Digiuno che si trova nella chiesa della confraternita, nel quale sono segnati i nomi di tutti i devoti iscritti al digiuno] furono dati alle stampe (dove? A Lecce o a Napoli) notizie sull’istituzione del Digiuno ed elenchi di iscritti, come risulta da questi accenni del manoscritto: a p. 17 <> e a p.43 <> .”. Si augurava pure che il documento, prima o poi, fosse trovato.
Ora che l’acquisizione è stata completata, disponiamo dell’intero libretto (ottanta pagine), in copia digitale autorizzata dall’archivio vaticano. Il volumetto è composto da una parte introduttiva che ripercorre le fasi della nascita del digiuno manduriano a pane acqua, da una seconda che descrive i “fatti prodigiosi” di molti devoti scampati al pericolo dei fulmini (pericolo che era stato il motivo della nascita del digiuno stesso) con un elenco di tutte le località in cui la pratica si era già affermata, da una terza che fornisce istruzioni per istituire la pratica del digiuno in altre città e, infine, da un’ultima sezione che contiene un’originale preghiera mariana riferita al digiuno.
Sono pure riportati il breve di papa Clemente X del 10 luglio 1676 che promuoveva il particolarissimo culto mariano nato a Manduria, arricchendolo di indulgenze, e tre belle immagini xilografate, due dell’Immacolata ed una dell’Angelo custode.
Un doveroso ringraziamento – conclude Giuseppe Pio Capogrosso – va agli amici che hanno reso possibile quest’impresa: don Michele De Santis che si è occupato con don Dario De Stefano dei contatti con l’archivio vaticano e mons. Franco Dinoi.


Giuseppe Pio Capogrosso