Si faceva pagare per risolvere guai inesistenti: avvocato in manette per truffa da 500mila euro.

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RUFFANO – Faceva ricorso a pericoli immaginari per far credere ai suoi clienti di essere finiti in guai ben più gravi di quelli reali: con l’accusa di truffa aggravata e patrocinio infedele è finito in manette un avvocato di Ruffano. A suo carico il gip Vincenzo Brancato ha disposto la custodia cautelare in carcere, accogliendo in toto la richiesta del sostituto procuratore Paola Guglielmi che ha coordinato le indagini avviate in seguito alla denuncia di alcuni clienti del legale.
Dopo aver pagato migliaia di euro per le sue “prestazioni professionali” si erano rivolti ad altri avvocati, scoprendo di essere stati truffati. Infatti quelle cause che sembravano infinite, come è stato poi accertato dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, in realtà non erano mai iniziate. Tredici in tutto i casi documentati finora, in un arco di tempo tra il 2010 e il 2013, che avrebbero consentito al legale di intascare illegalmente circa 500.000 euro. Tra le vittime del raggiro è stata individuata un’ultraottantenne e una donna affetta da sindrome ansiosa.

Già finito sotto inchiesta negli anni scorsi, l’uomo aveva già collezionato un paio di condanne passate in giudicato e sette procedimenti giudiziari in corso.
Anche l’Ordine degli avvocati si era occupato di lui, “ma evidentemente non abbastanza” – come ha sottolineato il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, “se ancora gli veniva lasciata la possibilità di esercitare una professione delicata come quella forense”.

Nel registro degli indagati è finito anche un collaboratore dell’avvocato che lo avrebbe aiutato a inscenare le false procedure in atto.